Roma, la Champions a palla ferma; Fonseca sceglie l'arma dei calci piazzati

Roma, la Champions a palla ferma; Fonseca sceglie l'arma dei calci piazzati
di Stefano Carina
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Lunedì 1 Giugno 2020, 09:30
Partite ogni tre giorni, caldo estivo alle porte, ritmi inevitabilmente più lenti. Sembra lo scenario adatto per dare seguito ad una caratteristica vincente della Roma: i gol da palla inattiva. I giallorossi in serie A sono andati a segno già 17 volte a seguito di un calcio piazzato sulle 51 reti complessive (33,3% delle marcature). Tre le punizioni dirette siglate da Kolarov, 5 i calci di rigore realizzati tra il serbo, Veretout e Perotti, 6 le reti scaturite da calci d’angolo e una (Mkhitaryan) a seguito di un cross di una punizione calciata sempre dal terzino che avrebbe potuto alzare ulteriormente la percentuale se non avesse sbagliato due rigori. Il clou i giallorossi lo hanno raccolto nella gara casalinga contro il Brescia vinta per 3-0. Tre gol da fermo, con la peculiarità aggiuntiva di segnare sempre da corner, stabilendo un nuovo record storico nel nostro campionato. Tutto questo è merito degli ottimi calciatori di punizioni (Kolarov) e dei grandi colpitori di testa (Zaniolo, Mancini, Smalling, Fazio), abili a sfruttare le parabole disegnate sui calci d’angolo da Pellegrini e dal serbo. Trend confermato anche in Europa League: delle 14 reti all’attivo ben 6 (42,8%) sono arrivate da palla inattiva. Schemi, certamente, sui quali Fonseca continua ad insistere anche in questo riavvicinamento al campionato. Ma anche una squadra che fa della fisicità una delle sue caratteristiche principali. In serie A, soltanto l’Udinese ha una altezza media (185,3 centimetri) superiore a quella dei giallorossi (185 centimetri). Tutto questo si riflette inevitabilmente in campo rendendo la Roma la quinta squadra in Europa per duelli aerei vinti (55,5% sul totale). Prima dei giallorossi ci sono soltanto Athletic Bilbao, Real Madrid, Parma e Juventus. 
OFFERTA DECLINATA 
Gol che dovranno garantire alla Roma quei punti per tentare di ridurre il gap dall’Atalanta in ottica quarto posto, crocevia fondamentale per le strategie future del club. Intanto emergono ulteriori particolari relativi all’ultima offerta di Friedkin, declinata da Pallotta (benché il presidente continui a smentirne l’esistenza). I rapporti tra i due, stavolta senza intermediari, hanno ripreso quota lo scorso 18 maggio per avere un’accelerazione giovedì scorso, il 28, giorno della proposta. Questa era così strutturata: 125 milioni al closing, 52 milioni entro 6 mesi, 85 entro l’anno come iniezione di liquidità destinata al consolidamento della squadra e sottoforma di aumento di capitale consolidato, con 300 milioni destinati al debito strutturale più altri 13 per le partecipazioni più piccole della galassia giallorossa. Pallotta ha però rifiutato, rimandando la cessione a tempi migliori. Ieri, davanti alla sede del club all’Eur, sono stati esposti striscioni contro Pallotta. Emblematico uno: «Pallotta, Baldini e Baldissoni...La Roma non si risana con le cessioni». E un altro. «Se non sei in grado di tutelare i nostri campioni...Vai fuori da...! Pallotta Go Home!». 
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