NAPOLI – Come si trasforma un gruppo nuovo di zecca in una macchina inarrestabile che sta dominando il campionato? Chiedere a Luciano Spalletti, il demiurgo di un Napoli con ben tredici punti di vantaggio sulla seconda (l’Inter) e capace di reagire al pareggio della Roma in una gara diventata complicata per la reazione giallorossa. Lucio è il direttore d’orchestra perfetto della sinfonia azzurra. Scacco (non ancora matto) allo scudetto in sette mosse. La prima è la più importante: ha accompagnato la rivoluzione voluta da De Laurentiis e ha subito inserito i nuovi.
L’immagine più eloquente è Khivcha Kvaratskhelia, il fenomeno arrivato dalla Georgia.
Napoli-Roma, Spalletti: «È sfida scudetto. Totti? Sarebbe un piacere parlare con lui»
Meret si è preso il Napoli reagendo da campione alle pressioni. E’ diventato indispensabile. Così come Stan Lobotka. Prima di Luciano Spalletti, era un oggetto misterioso. Fuori forma e fuori dagli schemi. Lucio lo ha riportato al centro del progetto e lo slovacco è diventato uno dei migliori registi d’Europa. Visione di gioco, velocità e grande lettura tattica. La mossa più importante è sicuramente Victor Osimhen, diventato per distacco il miglior centravanti della serie A. Il numero 9 aveva una qualità: +è negli spazi. L’ha mantenuta ovviamente ma adesso si è completato. Gioca con la squadra, è fortissimo di testa e si comporta da leader. Non ha fatto una piega, quando Spalletti lo ha sostituito (assieme a Kvara) subito dopo l’1-1 della Roma. Lucio non ha avuto dubbi: dentro Raspadori e Simeone. La partita l’ha vinta proprio grazie alla sua intuizione. Il Cholito è l’immagine di un gruppo unito e affamato di vittorie: “Noi non gestiamo proprio niente – ha detto Spalletti – continueremo così”.