Un’evoluzione. Perché nella vita si cambia. E soprattutto quando hai vinto tutto, cerchi nuovi stimoli, nuove sfide. È quanto emerge dal colloquio rivelato dall’Osservatorio Romano tra José Mourinho è il Cardinal José Tolentino da Mendoça andato in scena in Vaticano nei giorni scorsi. Lo Special One risponde alle domande del prelato, confidando come oggi, a 59 anni, sia un uomo diverso rispetto a qualche tempo fa: «Percepisco la mia evoluzione come persona pensando al fatto che per molti anni ho voluto vincere per me stesso, mentre adesso sono in un momento in cui continuo a voler vincere con la stessa intensità di prima o addirittura maggiore, ma non più per me, ma per i giocatori che non hanno mai vinto, voglio aiutarli... Penso molto di più al tifoso comune che sorride perché la sua squadra ha vinto, alla sua settimana che sarà migliore perché la sua squadra ha vinto. Prima invece mi concentravo soltanto su me stesso».
Mourinho: «Non accetto lo spreco del talento»
Ora è diventato un uomo differente ma sempre esigente: «Una cosa difficile per me da accettare è lo spreco del talento, è una cosa che ancora oggi dopo 30 anni di calcio, è difficile per me da accettare.