Mourinho vuole l'Europa ma in estate chiede un mercato per vincere

Mourinho vuole l'Europa ma in estate chiede un mercato per vincere
di Stefano Carina
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Martedì 5 Aprile 2022, 11:11

La Champions è lì, distante appena 5 punti. Che in realtà sono 6 in virtù di quella sciagurata rimonta subita in 7 minuti all'Olimpico contro la Juventus che ancora serpeggia nei rimorsi giallorossi. La Roma però ci crede. Anche perché per puntare eventualmente al 5° posto - e dunque all'accesso diretto all'Europa League - è sempre meglio guardare più in alto. Mourinho ne è consapevole anche se, almeno pubblicamente, ha già abdicato alla rincorsa ad Allegri. La vera differenza per lo Special sarebbe arrivare quinti o ottavi. José guarda avanti, concentrato a concludere bene l'anno ma già proiettato alla prossima stagione.

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Arrivare quinti comporterebbe iniziare a lavorare senza noie legate a preliminari o altro e permetterebbe inoltre di studiare una preparazione ad hoc per un campionato che avrà come novità una sosta invernale molto lunga per far spazio al mondiale in Qatar. Una stagione anomala, quindi, dove a volte si afferma una sorpresa. Mou sotto sotto punta a rappresentarla, accorciando i tempi del suo progetto triennale. La crescita infatti sarà anche graduale ma l'obiettivo del portoghese è vincere. E se la Conference League regala una scorciatoia inattesa già adesso, quando lo Special parla di vittorie guarda ad altro, di ben più ambizioso. Per farlo, va allestita una squadra che possa competere.
IN ESTATE 3 TITOLARI
Ci sono voluti 8 mesi per capire e farsi capire.

Il risultato è che della rosa extralarge estiva, ora sono rimasti in 13-14. Undici titolari e 3 cambi, a dispetto di una turnazione che permetterebbe di ruotarne 5 durante i 90 minuti. Anche contro la Sampdoria l'ennesima conferma: sì a 4 sostituzioni ma le ultime due al 92' e 93'. L'ossatura tecnica Mou l'ha finalmente trovata. E ora non intende ricominciare da capo. Per questo motivo ha chiesto a gran voce la permanenza di Cristante e Mkhitaryan giocando ultimamente con i media («Dicono che Bryan non lo voglio»), pur sapendo per primo che il nazionale azzurro è tentato dal Siviglia e da un paio di sirene italiane (Juve e Milan) mentre l'armeno, prima della virata tattica di novembre (e della situazione internazionale radicalmente mutata), era pronto a salutare già a gennaio.

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Ora i due fanno parte di un progetto (al netto dei rispettivi rinnovi da definire) che il tecnico non intende snaturare. Perché ai 13-14 fedelissimi, basterebbe inserire nella prossima sessione di mercato 3 titolari, contare sul recupero di Spinazzola e regalarsi un altro cambio sugli esterni difensivi (Dalot), per arrivare a quella rosa di 19-20 elementi alla quale ambisce per puntare a vincere. Gli identikit sono noti da tempo: un difensore mancino che sappia impostare (Senesi), un centrocampista di qualità e personalità (Renato Sanches, Xeka e Xhaka i papabili) più un'ala (Guedes o Kostic) capace di esaltare ulteriormente Abraham e regalare al reparto una decina di gol. Idee chiarissime. Per attuarle, la palla passa ai Friedkin.

 

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