Dopo la surreale scena di ieri al Picco contro lo Spezia, nel match perso 2-0 dal Milan, dei giocatori rossoneri convocati assieme a Stefano Pioli sotto la Curva, si muove la Procura Federale. Occorre capire se l'arringa tenuta da un capo ultras della Curva Sud sia stata in realtà una minaccia o un semplice incitamento in vista del ritorno della semifinale di Champions, il derby contro l'Inter in programma il 16 maggio a San Siro.
Il Codice di Giustizia Sportiva della Figc, infatti, contiene una norma che vieta le cosiddette «gogne pubbliche» alle quali i calciatori si sottopongono per compiacere le frange più estreme delle varie tifoserie.
IL CODICE
Nel Codice di Giustizia Sportiva all’articolo 25 comma 9 tecnicamente c’è il divieto per i tesserati «durante le gare» di «sottostare a manifestazioni che costituiscano forme di intimidazione», ma dal club ribadiscono che il caso non è questo: non è stata una contestazione, bensì un confronto «con i tifosi che hanno solo spinto la squadra». Alla Spezia c'è un precedente: il 10 marzo scorso la stessa cosa era accaduta ai calciatori dell'Inter dopo la sconfitta per 2-1: Lukaku, Dimarco, Calhanoglu, Handanovic e Onana erano i più vicini ai supporter che urlavano la loro rabbia. Un paio di passi più indietro, prima di rientrare negli spogliatoi, c'erano anche gli altri giocatori. Insomma una gogna pubblica vera e propria. Non solo. Sempre ieri a Ferrara dopo il ko della Spal contro il Parma, che ha sancito la retrocessione in C dei biancoazzurri, i tifosi hanno chiesto ai propri calciatori di uscire dal campo senza maglia e hanno contestato Joe Tacopina, il presidente della Spal, che ha risposto con il dito medio. Infine, a proposito di Curve, l'Atalanta ha deciso di non fare ricorso contro i nove Daspo per i cori razzisti a Vlahovic in Atalanta-Juventus del 7 maggio.