Messi e Ronaldo, la leggenda del gol: raggiunta l'icona Pelè

Messi e Ronaldo, la leggenda del gol: raggiunta l'icona Pelè
di Benedetto Saccà
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Lunedì 21 Dicembre 2020, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 12:21

Probabilmente aveva ragione Karl Lagerfeld, stilista geniale. Spiegava, infatti: «Meno ti fermi, meglio fai, le idee vengono facendo». Leo Messi e Cristiano Ronaldo, dopotutto, devono averlo detto spesso o pensato almeno involontariamente due volte al giorno dopo i pasti, visto che ormai hanno radicalmente, atrocemente e ignobilmente reso il calcio del Duemila una mera sfidarella personale, a colpi (bassi) di gol terrificanti, ipergalattiche invenzioni, disegni michelangioleschi, giocate paurose. Loro non capiscono chi non li capisce – tipico degli artisti. Insomma. Facendo leva sulla clamorosa casualità che li vede protagonisti della storia dell’universo in contemporanea, Leo e Cristiano hanno ridotto il calcio – in partenza sport di squadra – a una specie di disciplina individuale, un volgare regolamento di conti sul palcoscenico della leggenda: tipo Federer-Nadal. Inutile dire che il calcio ne sia uscito psicologicamente scosso: non sa ancora bene cosa vede da anni, ma sa di certo che non lo dimenticherà. Ignorato il ricorrente crollo di nervi, la Grande Comunità Calcistica cerca ogni volta di chiarire i contorni della vicenda. Con nessuna fantasia, si pone sempre la stessa domanda: è più forte l’uno o l’altro? O, nella variante di saggio e ampio respiro: sono più forti loro o Pelé e Maradona? La risposta è molto semplice: e cioè: non esiste alcuna risposta, giacché – come avrete notato – il talento non si misura mediante algoritmi. Eppure. Eppure il calcio non si arrende e tenta goffamente la svolta scientifica, estraendo dal cilindro la trovata geniale delle cifre. Un grande evergreen. Così, con la cura ossessiva dell’orologiaio, conta.

Cosa? Ma tutto, è chiaro. Ovvero. Presenze, assist, medie, Palloni d’oro, Mondiali, pali, passaggi, soldi, macchine, sponsor, fili d’erba calpestati, ma soprattutto: il numero dei gol. E qui, occorre annotarlo, si aprono abissi come Grand Canyon in Arizona. Poiché, come si diceva, si sconfina spesso nel mito e talora nel realismo magico alla Marquez, le ultime notizie adesso risultano pericolosamente oscure, vanificando tra l’altro la loro missione (impossibile) di produrre chiarezza e, magari, ma giusto a margine, intelligibilità.

LE CIFRE
E dunque. Si è saputo, alcune ore fa, che Messi ha raggiunto Pelé, niente meno che Pelé, sulla cima della classifica dei migliori marcatori in assoluto con un’unica squadra. Infatti Leo ha segnato 643 gol con la maglia del Barcellona tra il 2004 e l’altro ieri – incluse tutte le competizioni, naturalmente – eguagliando Pelé, che aveva firmato 643 reti vestendo i colori del Santos tra il 1957 e 1974. Sono paragonabili? Mai. A sorpresa, però, il tema diventa tragicamente fosco quando sfiora Ronaldo. Grazie alla doppietta rifilata al Parma, lo juventino è decollato a quota 756 gol in tutti i tornei e si è avvicinato sempre a Pelé, sereno da decenni a 767. Ora. Bisogna sapere che le cifre sui gol di Pelé sono da sempre oggetto di studi opinabili tipo l’esistenza degli alieni. Per cui, aggiungendo un paio di gol a Ronaldo (segnati nella nazionale olimpica) e levandone una decina a Pelé (dopo disumani riconteggi), Ronaldo adesso avrebbe addirittura sorpassato il brasiliano. Sarà. Comunque, nel librone della storia, già abitano benissimo entrambi, a poche pagine di distanza.

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