Liverpool, un anno a luci Reds. E ora la Premier

Liverpool, un anno a luci Reds. E ora la Premier
di Benedetto Saccà
3 Minuti di Lettura
Lunedì 23 Dicembre 2019, 10:30
Maestoso nell’aver ormai imparato a danzare tra le vittorie, il Liverpool (di quel genietto di Jurgen Klopp) è tornato dal deserto dorato di Doha piegando con cura, nella valigia, il titolo che ricapitola e assolutizza ogni talento con la sola forza del nome. Campione del mondo. Bum. E così tutti i dubbi e qualsiasi ombra di perplessità stingono nella solidità del trofeo, che certo – bisogna dirlo – ancora mal si sposa con la meraviglia della coppa dedicata alle nazionali. Insomma va ammesso: il Liverpool è ora la squadra più forte del globo e, per estensione, dell’universo. I complimenti, naturalmente, li merita soprattutto Klopp, che è riuscito nel capolavoro di trasformare una formazione più rassegnata che incline alla medietà in uno squadrone stratosferico. Si sa che nel correre degli anni Dieci del 2000 il calcio inglese sia stato dominato dal Chelsea, dal Manchester City e dallo United. Né si può dimenticare che il Liverpool abbia vestito l’abito (scomodo) della nobile decaduta. Ecco, Klopp, una volta atterrato a Liverpool nel 2015, ha scelto di ispirarsi ai concetti di Guardiola, rielaborarli, frullarli e infine restituirli al campo, geneticamente modificati. Dotato di ingegno e di un animo leggero, Jurgen non ha mai badato ai confronti con i colleghi e ha ogni volta cercato di scalare la montagna indovinando nuovi sentieri. A pensarci, allora, non è stato un caso che il colore dell’anno nel 2019 sia stato il rosso corallo: visto che, analogamente, nel calcio la tinta più brillante è stata il «red» del Liverpool, tirata da un pennello che dev’essersi inzuppato in un barattolo di pura delizia.
MANCA LA PREMIER
Il trionfo dell’altra sera ha sigillato un’annata superiore. In effetti, nell’arco di 203 giorni, i Reds hanno sollevato al cielo la Champions, la Supercoppa europea e la Coppa del mondo. Tanto per avere un’idea, ora viaggiano alla velocità di 23 successi raccolti nelle 30 partite giocate finora nella stagione. La media, mostruosa: superiore al 76%. E non è una cifra piovuta dalla Luna, se è vero che l’anno scorso Klopp ha festeggiato un’andatura superiore al 71% dei successi. Megagalattica è l’intelaiatura della squadra, trascinata da Salah (solo quinto al Pallone d’oro...), Firmino e Mané, protetta da Alisson e van Dijk (solo secondo a Parigi...), nobilitata da Henderson. È un monumento al talento, alla velocità, alla levità. E anche all’umiltà, a rifletterci. Magari sarà un errore di prospettiva, ma l’impressione è che le vittorie del Liverpool siano sempre legittime: naturali nel loro esito. Un fiume che di natura corre al mare. A colmare la felicità della Kop manca solo un dettaglio: il successo in campionato, sconosciuto dal 1990. I Reds adesso sono in vetta con 10 punti di margine, e il panorama di oggi è lì a suggerire che un trionfo a maggio, in fondo, sarebbe molto più che meritato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA