RIVINCITA
Ha vinto. No, non la partita di mercoledì ma molto di più. E’ riuscito a ribaltare il giudizio facendosi apprezzare dai laziali e adesso anche dai romanisti che addirittura lo invidiano. Eh già perché il confronto con la presidente americana della Roma è impietoso. Nessun trofeo vinto e ora anche la bandiera Daniele De Rossi strappata. In casa Lazio la goduria è alle stelle. Le critiche e i musi lunghi hanno lasciato posto ai sorrisi. Lotito piace. Piace perché vince e lo fa investendo poco ma bene. Normale che non sia tutto rose e fiori. Da migliore c’è ancora molto. Il numero uno biancoceleste è uno che vuole arrivarci alla sua maniera. Accetta i consigli, ascolta tutto ma poi fa come dice lui. Finora ha avuto ragione. Questo non significa che sia incriticabile. Scelte sbagliate ne ha fatte anche lui e lo sa benissimo. Ha ammesso qualche errore ma solo ai suoi fedelissimi. I tifosi agognano la Champions. Ed è per questo che spesso criticano e perdono d’occhio quello che anno già. La paura che serpeggia è che Lotito non voglia crescere. Nella notte di Coppa Italia però il numero uno biancoceleste ha rimarcato urbi et orbi che vuole fare il salto di qualità: «Manca una presenza stabile nell’olimpo del calcio internazionale. Ma la certezza della competizione europea (Europa League) ci permette di pensare a un progetto di più ampio respiro internazionale». Ipse dixit.
© RIPRODUZIONE RISERVATA