Lotito, l'ultima vittoria vittoria del presidente di ferro (che non si piega e non si spezza)

Lotito, l'ultima vittoria vittoria del presidente di ferro (che non si piega e non si spezza)
di Emiliano Bernardini
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Sabato 27 Marzo 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 17:44

Dall’estate del 2004 a ieri. I quasi 17 anni della presidenza Lotito somigliano più ad una epopea. Fatta di battaglia, tante. Praticamente tutte vinte. Dai momenti più difficili in cui sembrava spacciato a quelli meno complicati il presidente della Lazio è sempre uscito a testa alta. Vincitore, appunto. O in ogni caso sempre meglio di come lo danno le previsione. Non a caso negli ambienti più vicini a lui lo hanno soprannominato Iron. Non si piega mai. A dire il vero non si spezza nemmeno. Ha resistito a tutto. Fin dal suo primo giorno. Strappò il club dalle mani di Pierino Tulli che sembrava ormai aver chiuso l’accordo dopo il crac di Sergio Cragnotti. Il sole picchiava forte, quel pomeriggio in via Nicotera, sotto lo studio del notaio Gilardoni. Era il 19 luglio e Claudio Lotito sconosciuto ai più (non circolavano nemmeno sue fotografie) divenne presidente della Lazio. La seconda battaglia la vinse subito dopo. Un capolavoro che realizzò attraverso l’accordo con l’Agenzia delle Entrate. Fu il primo a ottenere quella transazione. Era una legge che esisteva dal 2002, Lotito abile a scavare e a studiare ogni cavillo la utilizzò salvando la Lazio dal fallimento. «Ho trovato la Lazio al funerale, l’avevo portata in coma irreversibile e avrei dovuto renderlo reversibile» ricorda Lotito. Diciasette anni dopo ci è riuscito. Oggi la Lazio è una società sana che produce utili. 
CALCIOPOLI
Due anni dopo il club biancoceleste finisce nello scandalo di calciopoli. La Lazio fu inizialmente condannata alla retrocessione all’ultimo posto del campionato 2005/2006, alla penalizzazione di 7 punti da scontare nel successivo campionato di serie B. In terzo grado vene tutto ribaltato con i biancocelesti che scontano 30 punti ma non vanno in B e nel torneo successivo partono da -3. Il 17 dicembre 2013 la Corte prende atto dell’intervenuta prescrizione per Lotito. Entra ed esce dai palazzi del potere. Tutti ripetono che è il più bravo di tutti, soprattutto quando si tratta di fare le elezioni. Non è un caso che i suoi cellulari squillino di continuo. A qualsiasi ora del giorno e della notte. I nemici gli puntano il dito contro ma poi ci finiscono inevitabilmente sotto braccio. Aveva un solido rapporto con l’ex presidente di Lega, Maurizio Beretta che le malelingue aveva soprannominato “Dimmi Claudio”. Tra i suoi più grandi successi dell’urna c’è l’elezione di Carlo Tavecchio alla presidenza della Figc. non solo perché aveva messo il suo tocco sia nella nomina di Antonio Conte a ct della Nazionale tramite l’allora sponsor tecnico e poi sul suo successore Gian Piero Ventura. In quest’ultimo caso però su una scelta un po’ sfortunata visto che il Ct Azzurro è passato alla storia per non aver portato l’Italia al mondiale in Russia del 2018. Ha appoggiato il governo di Gabriele Gravina, almeno il primo mandato. Sua anche la scelta dell’attuale numero uno di Lega Paolo Dal Pino. Con i due attualemnte, però, il rapporto non è così più solido. Infine i diritti tv. Altra grande passione del presidentissimo laziale. Ieri un altro punto messo a segno: la serie A a Dazn per i prossimi tre anni. 
IL 26 MAGGIO
Ieri il successo è stato addirittura doppio.

Perché il vero gol lo ha segnato in Tribunale per il caso tamponi: zero punti di penalizzazione alla Lazio e sette mesi di inibizione a lui. I biancocelesti ne escono alla grande. Lui farà comunque ricorso. Non solo politica perché anche il campo si ètolto molte soddisfazione diventato collezionista di trofei. Dopo la Juve è la società più vincente. Il suo gioiello la coppa Italia del 26 maggio 2013.

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