Lazio, la forza di Inzaghi sta nel gruppo più maturo

Lazio, la forza di Inzaghi sta nel gruppo più maturo
di Emiliano Bernardini
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Martedì 3 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:57
ei vittorie di fila. Basta questo come biglietto da visita a una Lazio che di diritto entra tra le big del campionato. E lo fa con una consapevolezza nona: quella di essere una grande e non più una Cenerentola. Le musate prese in passato, vedi le sconfitte, che ancora bruciano contro Salisburgo (Europa League) e Inter, hanno fatto maturare in fretta la squadra. Terzo posto in classifica, secondo miglior attacco, terza miglior difesa e un Ciro Immobile da impazzire. Eccoli gli ingredienti di una Lazio tutta da gustare. Ha il sapore di un vino mosso che si lascia bere ma al tempo stesso t’inebria. Se n’è accorta anche l’Italia calcistica che ora l’applaude dopo averla snobbata. Applausi. Dovuti, meritati, mai esagerati. Nessuno ad inizio anno avrebbe mai pronosticato una Lazio così in alto. Il mea culpa collettivo è già cominciato. Meglio tardi che mai. Inzaghi è stato bravo a compattare il gruppo trovando la continuità che è mancata a tutte le altre. Meno 7 dall’Inter capolista e -6 dalla Juve seconda sono numeri che fanno girare la testa. 
PIEDI PER TERRA
Ora serve tenere i piedi per terra. Vietato montarsi la testa. L’umiltà è il primo ingrediente che non va mai risparmiato. Meglio abbondare. Venerdì l’esame di maturità: la sfida alla Juventus campione d’Italia. Un banco di prova fondamentale per capire cosa potrà fare la Lazio da grande. Già, proprio quei bianconeri che all’Olimpico rappresentano un tabù dal 2003. Una vittoria (meglio fare gli scongiuri di rito) potrebbe aprire scenari incredibili. C’è un momento ben preciso che ha fatto virare il buio pesto a colori da sogno. Alla fine del primo tempo della sfida contro l’Atalanta la Lazio aveva 8 punti in meno dei nerazzurri e sensazioni catastrofiche. “Nei vicoli di Roma qualcuno aveva già fatto a pezzi un allenatore” per dirla parafrasando Lucio Dalla. Già è stata proprio quella la “Sera dei miracoli”. Quaranta giorni dopo i biancocelesti hanno recuperato 16 punti all’Atalanta infilando sei vittorie di fila. In mezzo una serie di record e tabù frantumati come quello di San Siro rossonero che durava addirittura dal 1989. Ora vietato porsi limiti. Sognare è lecito ma è giusto farlo con i piedi per terra. Il fatto di aver lasciato indietro l’Europa League ha sicuramente aumentato le chance di raggiungere l’obiettivo Champions. Meno impegni per una rosa non certo abbondante.
TUTTI DIETRO IMMOBILE
Tutti per uno e uno per tutti. Immobile leader uber alles. Inarrestabile, spedito. Non lo ferma più nessuno. Ancora doppio Ciro, dietro di sé sta lasciando il vuoto: nella classifica dei cannonieri della Serie A sale a 17, è a -7 lo strapagato Lukaku secondo. E adesso Immobile vola in vetta pure nella corsa alla Scarpa d’Oro: supera Lewandowski (a quota 32 punti), a digiuno da due gare col Bayern, il bomber laziale è il killer più pericoloso d’Europa. Già superato il bottino dell’anno scorso, ma anche alla quattordicesima giornata quello (15 reti) della stagione 2017/18, quando si laureò capocannoniere. A questi ritmi può superare davvero Higuain recordman (36 gol) della storia del campionato italiano. Punta la Champions e vuole colpirla con la Scarpa d’Oro. Inzaghi guarda verso il futuro e vede solo biancoceleste. La Lazio è una bella donna e ora tutti le fanno i complimenti.
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