Frosinone, i motivi dell'addio di Grosso: nel suo futuro Marsiglia o Sampdoria

L'allenatore romano ha annunciato nella serata di ieri di non voler rinnovare il proprio contratto con i ciociari

Frosinone, i motivi dell'addio di Grosso: nel suo futuro Marsiglia o Sampdoria
di Alessandro Biagi
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Giovedì 15 Giugno 2023, 14:10

Fabio Grosso non sarà l’allenatore del Frosinone, con il quale ha conquistato la Serie A ed il suo primo grande successo da allenatore. Una decisione comunicata alla società nella serata di ieri e sicuramente sofferta. Sarà quindi addio con il club che lo ha rilanciato dopo le tre deludenti esperienze a Verona, Brescia e Sion, e che lui ha portato a vincere dominando e con tre giornate di anticipo il campionato di serie B, con record di punti e conquista del primo storico trofeo tra i professionisti per il club ciociaro.

Frosinone, colpo di scena in panchina: Grosso non sarà più l'allenatore

Grosso arriva a Frosinone nel marzo del 2021 per sostituire l’altro ex campione del Mondo, Alessandro Nesta.

Porta i canarini a una tranquilla salvezza, con il decimo posto finale e con la società che sposa un piano improntato sulla sostenibilità della gestione senza trascurare gli obiettivi, che in tre anni avrebbero dovuto riportare il Frosinone a puntare alla terza promozione. Nella stagione successiva, quella 2021-22, il suo Frosinone naviga quasi costantemente tra le prime otto, ma proprio all’ultima giornata, con la sconfitta casalinga contro il Pisa, i playoff sfuggono di mano, con il Perugia che scavalca i canarini per il vantaggio nei confronti diretti. La delusione è palpabile, attenuata dal fatto di aver riportato comunque il grande pubblico a riempire il Benito Stirpe e lanciando nell’Olimpo del grande calcio Federico Gatti, ceduto alla Juventus arricchendo le casse del club laziale.

Si creano quindi i presupposti per un 2022-23 ancora più competitivo. Ma il Frosinone di Grosso va oltre ogni più rosea aspettativa. Naviga da subito nelle zone alte della classifica e dalla decima giornata non mollerà più il primo posto fino alla fine, chiudendo con 80 punti, sei punti di vantaggio sulla seconda, la corazzata Genoa, e con il miglior attacco e la miglior difesa del torneo. Nel dna della squadra del 45enne allenatore romano, ma pescarese di adozione,  c’è spirito di gruppo, bel gioco e tanta fame di vittoria. La dimostrazione proprio nel finale quando, con la promozione già in tasca, il Frosinone vince tutte e tre le ultime partite, realizzando tre triplette e battendo nello scontro di vertice anche il Genoa di Gilardino. Per Grosso finisce quindi con un bilancio di 86 panchine in giallazzurro, con 42 vittorie, 20 sconfitte e 24 pareggi e una media punti di 1,74.

 

I motivi dell'addio

Non facile sapere le motivazioni alla base della decisione dell’ex campione del mondo. La risposta sta forse tra le righe del libro intervista “Il talento incontra l’occasione” del suo, oramai ex, capo ufficio  stampa, Massimiliano Martino. «Non bisogna accontentarsi di quello che si è fatto. Non devi mai sentirti appagato, serve mettere sempre qualcosina in più, nel calcio come nella vita. Bisogna stimolarsi internamente, cercare di essere i migliori almeno per se stessi» spiega Grosso nel libro, concludendo: «Servono poi le opportunità giuste che incontrano le giuste persone».

Quelle giuste persone ed opportunità l’allenatore abruzzese le ha trovate a Frosinone e ora le cercherà in un nuovo percorso di questa sua seconda vita sportiva. Potrebbe essere all’Olympique Marsiglia del direttore sportivo Javier Ribalta, con il quale ha già lavorato all’epoca delle giovanili della Juventus. Campionato francese che Grosso ha conosciuto da giocatore dell’Olympique Lione, dove rimase per due anni dal 2007 al 2009, vincendo la Supercoppa di Francia e la Coppa di Francia. Oppure una nuova sfida in Serie B, con la neo retrocessa Sampdoria.

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