dal nostro inviato
FIRENZE «La stagione non è mai come un lungo fiume tranquillo: ogni tanto tira un po' di vento e bisogna tenere la barra dritta». Non è poesia, ma realtà. Garcia fa bene a non chiudere gli occhi davanti ai difetti e alle lacune di questi tempi, proprio per essere lucido alla guida della Roma che vive il periodo più delicato della sua gestione. Magari spera che sull'Arno le acque si calmino o che almeno non siano agitate come quelle del Tevere. «Non c'è mai solo un colpevole. Più che a me stesso, mi riferisco ai giocatori. Noi siamo motivati e la gara contro la Fiorentina, squadra che gioca bene, sarà il test giusto per mostrare che ci siamo». Il francese, insomma, rilancia la sfida alla Juve capolista che è a + 5. Il posticipo del Franchi, del resto, è solo la prima tappa del girone di ritorno: «Con 57 punti in palio possiamo tornare ancora davanti».
PENSIERI POSITIVI
La Roma e la Fiorentina si somigliano più di quanto racconta il distacco in classifica (11 punti).
MEZZA MARCIA INDIETRO
«Se mi sono italianizzato, per me è positivo. Il mio gioco deve piacere ai tifosi. Capisco che dopo l'Empoli siano stati un po' dispiaciuti. Se loro sono dalla nostra parte, per noi è più facile». Garcia, corregge soprattutto la sua posizione sul rigore di martedì sera. «Non possiamo dire che c'è, ma nemmeno che non c'è: 50 per cento sì e 50 no». Chapeau!