Enrico Ruggeri, esordio in D a 64 anni: «Io con Maicon in una partita da tre punti, sensazione unica»

Enrico Ruggeri
di Romolo Buffoni
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Lunedì 7 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 10:41

Peter Pan si è fatto un regalo di compleanno speciale per i suoi 64 anni compiuti sabato. Come l’eterno ragazzo che ha dato il titolo a uno dei suoi album più venduti, Enrico Ruggeri ha esordito in serie D nelle file del Sona contro il Tritium (girone B) diventando il calciatore italiano più “maturo” di sempre.
«Eh sì, provo a tenere vivo il bimbo che ognuno di noi ha dentro giocandoci insieme. Pensi che il portiere è del 2003... Con la Nazionale Cantanti ho giocato e gioco in grandi stadi, con grandi campioni, ma volevo vivere l’esperienza del match da tre punti».
Ce la racconta?
«Il silenzio sacro dello spogliatoio mentre il mister dà le ultime raccomandazioni. L’emozione dell’ingresso in campo e del primo pallone giocato. Sono rimasto in campo una decina di minuti e ne ho toccato qualcuno. Sempre rigorosamente di prima».
Ruolo?
«Numero 10, dietro alle punte. E ho sfruttato i consigli di un compagno speciale».
Sarebbe?
«Maicon. Mi ha teleguidato e io obbedivo ciecamente. Se mi sono tolto questa soddisfazione è anche merito suo. È stato lui a presentarmi il presidente Paolo Pradella al quale confessai il mio sogno. Ed eccomi qua».
Al campo del Sona c’era il pienone per vederla all’opera?
«Beh, considerando le restrizioni Covid e l’acquazzone pre-partita c’era tanta gente sì. E c’era anche un tifoso speciale, una bellissima sorpresa».
Chi c’era?
«Andy Brehme, il più grande terzino sinistro che abbia mai giocato all’Inter dopo Giacinto Facchetti. Tedesco campione del mondo a Italia ‘90, dove trasformò il rigore decisivo in finale contro l’Argentina di Maradona».
Si è scomodato per Sona-Tritium?
«Ha una casa qui nei dintorni, ha saputo di questa partita speciale e mi ha detto: “non me la sarei persa per nessun motivo al mondo”. Con lui e Maicon avevo le fasce blindate no?».
Con Maicon ha diviso il tifo per l’Inter e il trionfo del triplete con Mourinho, che da luglio allenerà la Roma squadra che è entrata nel cuore del brasiliano. Non è che tradirà i nerazzurri con i giallorossi?
«Eh... diciamo che guarderò la Roma con un occhio particolare il prossimo anno. Dicono che Mou non sia più lo Special One di una volta, vedremo... Di certo il mio affetto per lui è intatto. Dopo di lui sulla panchina interista hanno fallito in parecchi, da Gasperini a Pioli...».
Non ha fallito Conte, che però se n’è andato via. Da Roma arriva Simone Inzaghi: ce la farà?
«Alla Lazio ha fatto molto bene. Sono ottimista».
Lo sa che Wikipedia ha già aggiornato il suo profilo? Cantautore, scrittore, conduttore televisivo, conduttore radiofonico e da ieri calciatore italiano.
«Addirittura! E pensare che da ragazzo non ho mai fatto parte di una squadra. Ero troppo preso dalla musica».
E i ragazzi con i quali ha condiviso quest’esperienza? C’è traccia di Enrico Ruggeri nelle loro playlist?
«Non lo so, non credo. Temo che possano esserci solo in quelle dei loro genitori... Però prima della partita gli altoparlanti hanno mandato solo mie canzoni, ma forse è stata una carineria nei miei confronti...».
La polemica con Aurora dei The Jackal per la sua esclusione dalla Partita del cuore?
«C’è poco da aggiungere. La vicenda è finita in tribunale...».
Chi è il calciatore all-time più rock secondo lei?
«Ce ne sono. George Best sicuramente. Quindi Cruyff e tutta quell’Olanda del Calcio Totale. Poi Cantona e ci metto anche Zigoni e Beccalossi».
La partita alla fine l’ha vinta il Tritium 1-0...
«Si devono salvare, erano molto più motivati di noi.

E comunque io sono uscito sullo 0-0. E domani sera sono di nuovo in campo». Vai Rrouge.

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