Il pugilato riparte dal Quadraro: a Roma la prima riunione pro di boxe post-Covid

Il pugilato riparte dal Quadraro: a Roma la prima riunione pro di boxe post-Covid
di Marco Pasqua
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Sabato 1 Agosto 2020, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 10:07

Se il Covid non fosse stata quella pandemia che deve ancora essere sconfitta, a livello globale, la boxe si sarebbe trovata nelle condizioni di sempre: pochi sponsor, pochi promoter pronti ad organizzare tornei e poco sostegno istituzionale. Con il virus, far salire i pugili sul ring è diventata un'impresa a dir poco proibitiva, dopo mesi di fermo (anche dei combattimenti corpo a corpo) e, soprattutto, con regole molto ferree relative agli incontri.


(Luigi Alfieri all'angolo - foto Domenico Cippitelli)

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Per questo, la ripresa dell'attività pugilistica, la scorsa notte, al Quadraro prima riunione pro d'Italia ha rappresentato un piccolo grande evento. Il pretesto, se così si può dire data la portata del titolo, è stata la finale del Trofeo delle Cinture Wbc-Fpi, che ha visto vincere per split decision l'abruzzese Luigi Alfieri, a scapito del romano Pietro Rossetti. Dietro all'incontro, organizzato nello storico parco degli Acquedotti, in quel Campo Gerini, caro a Pier Paolo Pasolini (qui ha girato Mamma Roma, con Anna Magnani), c'è Davide Buccioni, promoter che porta a casa la sua seconda vittoria in pochi mesi. La prima a maggio, quando, dopo 50 giorni di malattia, ha sconfitto il coronavirus, contratto, probabilmente, in Spagna. La seconda vittoria, quando è riuscito, con tutte le prescrizioni del caso, a dar vita a questa serata di pugilato. E poco importa se il suo Rossetti (di cui è il manager), non sia riuscito a portarsi a casa la vittoria (segno, però, che i match, a dispetto di quanto pensino in molti, sono lungi dall'essere costruiti a tavolino ma, anzi, possono sempre riservare sorprese). «Mi sento rinato dice Buccioni mi sento come un calciatore che rientra in campo dopo essere guarito da un infortunio. Sono stati mesi difficili, c'era tanta fame di boxe. Molte persone avevano ripreso a guardarsi match vecchi, ho sentito che era il momento di tornare a dare vita a qualcosa su un ring». Una serata trasmessa su War.tv, un canale che ha visto connesse in simultanea mille persone: «Nonostante la poca pubblicità e il periodo, è davvero un ottimo punto di partenza per il mondo del pugilato», ammette Buccioni, che, in due mesi, ha raggiunto il record di 11 tamponi fatti prima di essere dichiarato guarito. «E' stato un periodo difficile ammette anche per le mie attività, che danno lavoro a molte persone».


(Il vincitore, Alfieri - foto Domenico Cippitelli)

VITTORIA
Finale del trofeo, quindi, andata ad Alfieri, 24enne di Vasto, un centinaio di match da dilettante all'attivo (oltre alla presenza in Nazionale), 3 vittorie da pro: un pugile preparato, che è arrivato a Roma sapendo di doversi scontrare con il macellaio (suo soprannome) Rossetti, 8 vittorie all'attivo e una carica contro cui è molto difficile opporre resistenza. «E' stato Rossetti a dare il ritmo fin dall'inizio del match sottolinea Buccioni e la decisione finale dei giudici, una split decision, ne è un esempio».

VERSO IL MONDIALE
Per quanto riguarda gli altri combattimenti del sottoclou, nei supermedi, il picchiatore Francesco Russo è stato sconfitto da Gianmarco Ciofani (pur essendo il favorito di casa), mentre nei pesi piuma Cristopher Mondongo ha battuto Mendoza Gonzales; l'albanese Eti Qamili (anche lui nella scuderia di Buccioni) ha dominato Carlos Arrojo. E adesso? «Sogno di portare il titolo mondiale a Roma ammette Buccioni con Michael Magnesi. Ci sto lavorando con la Regione Lazio e il Comune di Montalto di Castro».

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