Ciclismo, l'Italia ha il colpo in Ganna

Ganna
di Francesca Monzone
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Lunedì 4 Marzo 2019, 12:30
Andata e ritorno sulla luna in un attimo. Così Filippo Ganna, che porta lo stesso cognome del primo vincitore del Giro d’Italia, ha conquistato venerdì il suo terzo mondiale nell’inseguimento, dopo quelli del 2016 e 2018, diventando così il ragazzo d’oro. Come era accaduto nel 2016 a Londra, Filippo si è trovato a sfidare nuovamente Dominic Weinstein ma questa volta è stato diverso. «A Londra fu più difficile, era il mio primo mondiale e Dominic era più forte. Questa volta a Pruszkow è stato diverso, sapevo di essere più forte io e l’ho dimostrato». Un mondiale iniziato male per gli azzurri, con il quartetto che non è andato bene, ma tanta voglia di vincere e per soli 2 centesimi Filippo non ha firmato anche il record del mondo. «Abbiamo avuto un inizio traumatico. Però mi sentivo forte anche di testa ed è per questo che ho vinto. Il record del mondo era a un soffio, posso dire che ho solo 22 anni e che posso fare ancora tanto». 

GIOCO DI SQUADRA
Ganna nell’inseguimento individuale ha la consapevolezza di essere il più forte, ma vuole migliorare con il quartetto, con il quale sogna di vincere una medaglia alle Olimpiadi. Ad appena 22 anni il ragazzo di Verbania ha già le idee chiare e ora pensa ad imparare il più possibile, perché la sua carriera è solo all’inizio. «Quando corro vedo i miei avversari come degli stimoli e non come dei nemici ed è per questo che mi portano a migliorare. Ho appena cambiato squadra e sono felice per questa opportunità. È un team britannico ma dentro c’è tanta Italia. Con loro voglio crescere, sarò al servizio dei miei compagni che sono tra i corridori più forti al mondo. La Sky è una squadra che in corsa si schiera per il capitano in un modo incredibile e questo ti fa battere forte il cuore». Filippo dopo due anni con l’UAE Team ha firmato, per la stagione 2019 e 2020, un contratto con la Sky di Froome e Thomas e con loro ha già instaurato un rapporto speciale. «Con Thomas ho fatto il battesimo di squadra e siamo andati tutti insieme in birreria. Mentre ero al mondiale mi hanno mandato diversi messaggi per sostenermi e per congratularsi, anche se mi hanno dato del matto. Secondo loro chi fa strada non deve sforzarsi in pista, ma io ho risposto che sono uno ignorante e che ho bisogno di queste cose». Finita la stagione con la pista per lui inizieranno le corse su strada. Non farà Strade Bianche ma lo vedremo alla Milano-Sanremo. «A Strade Bianche farò il tifo per il mio compagno Gianni Moscon, che ama questa corsa ed è un autentico fenomeno. Per il momento correrò alla Sanremo, il resto della stagione dobbiamo ancora definirlo». Per il ragazzone di 193 cm la Sanremo è una corsa unica, ma nel suo futuro sogna di vincere in Belgio. «La Sanremo è una corsa nella corsa. Ti sfinisce mentalmente perché è infinita e quando arrivi al Turchino hai già fatto tantissimi chilometri, ma ancora non è finita e capisci che da lì inizia la corsa vera. Per la mia giovane età ora mi accontento di vincere qualunque gara, però essere primo in Belgio, dove il pubblico ti acclama come un eroe, sarebbe bello. In quelle corse non ti inventi la vittoria, vinci perché sei il più forte ed entri nella storia del ciclismo». Filippo straordinario pistard e incredibile cronoman ama il Giro d’Italia. «È la corsa più bella al mondo, non esiste un’altra corsa così. Vorrei solo che il pubblico italiano uscisse di più in strada quando il Giro gli passa sotto casa. Per vedere il ciclismo non si paga il biglietto e si può andare con tutta la famiglia ed è bello insegnare ai bambini che quegli uomini speciali che corrono in bici, fanno dei sacrifici incredibili per una passione che non ha limiti».
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