Addio a Renata Scotto, il soprano che incantò il Novecento. Interpretò almeno 60 eroine del belcanto, fu anche regista e insegnante di giovani talenti

È scomparsa ieri, a 89 anni, Renata Scotto, soprano, ma anche regista e insegnante di giovani talenti. Si è spenta a Savona, dove era nata e dove debuttò nella Traviata, a 19 anni. Diventò famosa sostituendo Maria Callas nella Sonnambula a Edimburgo, nel 1957

Il soprano Renata Scotto, morta a Savona all'età di 89 anni
di Simona Antonucci
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Giovedì 17 Agosto 2023, 20:45

Sono almeno sessanta le eroine del belcanto che la piangono. Violetta e la Sonnambula, Mimì e Madama Butterfly, Carmen, Gilda, cui ha regalato interpretazioni che hanno segnato la storia del Novecento. È scomparsa ieri, a 89 anni, Renata Scotto, soprano, ma anche regista e insegnante di giovani talenti. Si è spenta a Savona, dove era nata e dove debuttò nella Traviata, a 19 anni. Ad annunciarlo il sindaco Marco Russo: «Una cantante unica, una grande donna - ha scritto sui social - Una grande savonese». I funerali, sabato mattina, in forma privata nella chiesa di San Giovanni Battista in San Domenico a Savona. Nel frattempo l’omaggio della Regione Liguria che proietta sulla facciata della sede a Genova le immagini della cantante.

BUTTERFLY

Scotto era appena rientrata da New York, città dove aveva deciso di vivere e che le aveva regalato momenti memorabili: fin dal 1965, quando con il suo primo spettacolo, la Butterfly, conquistò il Met, teatro che negli anni la ospitò oltre trecento volte anche per incidere una Bohème con Luciano Pavarotti che passò alla leggenda. “Sono un’attrice e una cantante. Anche quando sono coinvolta nel personaggio, non dimentico di essere sul palco. Se mi controllo, non esagero mai. Se non mi controllo, impazzisco”, raccontava così i segreti di una voce e di uno stile inconfondibile e la sua carriera che ebbe il primo momento di gloria, a soli vent’anni, alla Scala, quando fu scelta per interpretare Walter nella Wally, accanto a Renata Tebaldi. Sul podio Carlo Maria Giulini, in platea Maria Callas. E proprio dalla Callas raccolse il testimone, nella Sonnambula ad Edimburgo: nel 1957, la tournée della Scala ebbe un successo tale da spingere gli organizzatori ad aggiungere repliche. Ma la Callas aveva altri impegni. Fu chiamata Renata Scotto a sostituirla. E trionfò. «Un momento che ha cambiato la mia vita», raccontò il soprano che da allora cominciò a cantare nei teatri di tutto il mondo. Che oggi la ricordano e la omaggiano, dalla Scala, al Liceu di Barcellona, dalla Fenice all’Arena, all’Opera di Roma.

IL CORDOGLIO

«Ho il cuore spezzato» ha scritto Placido Domingo, che con lei ha cantato più di cento volte.

E poi Michele dall’Ongaro, sovrintendente di Santa Cecilia di cui era diventata accademica nel 1997: «Chiunque si sia avvicinato a Renata Scotto non può non aver avvertito un’ondata di pura energia che la sua fortissima personalità sprigionava generosamente». Parole toccanti anche dal ministro Sangiuliano, «oggi la cultura è in lutto per la scomparsa di una voce sublime apprezzata in tutto il mondo», e da Cecilia Gasdia, sovrintendente dell’Arena di Verona: «A nome di tutti, desidero esprimere il nostro dolore per la perdita di una persona speciale e la immensa ammirazione all’artista che per tanti anni ha fatto grande la storia del nostro Festival».

VIOLETTA

Da Violetta, uno dei suoi ruoli iconici, ha dato voce alle eroine del belcanto spingendosi sino a Wagner, Poulenc e Schoenberg. Vastissimo era infatti il suo repertorio, come testimoniano le incisioni importanti: dalla rara Zaira di Bellini, a La voix humaine di Poulenc, dai Capuleti e i Montecchi (con Abbado) a Don Carlo e Rigoletto, la prima opera che ascoltò, ancora bambina. Un cammino sotto i riflettori cui seguirono dal 1986, impegni da regista (Madama Butterfly all’Arena e La Traviata con cui vinse un Emmy) e quella di insegnante, creando a Savona l’Accademia Operistica Renata Scotto. Insieme a lei il marito Lorenzo Anselmi, primo violino della Scala, che le è rimasto accanto fino alla morte nel 2021. «Hai bisogno della voce ma con la voce hai bisogno anche di una buona tecnica. E passata la tecnica devi essere un artista». E quando trovi un talento «cerchi di modellarlo. Ed è affascinante» raccontò, descrivendo se stessa, artista dotata di talento e profondità interpretativa. Un «musicista» come l’ha definita la Scala «cui il mondo dell’opera è legato da un immenso debito di gratitudine». 

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