Roberto De Simone, dalla Gatta Cenerentola al Nabucco con Muti: i 90 anni del Maestro. Gli auguri di Sangiuliano e del Napoli

Compie 90 anni Roberto De Simone che ha lasciato un segno indelebile nel mondo della cultura e delle arti del Novecento: dalla tradizione popolare alla lirica, ha ricucito barriere e pregiudizi, musica e teatro, tradizione e innovazione, scrivendo una pagina indelebile della nostra cultura

Roberto De Simone, che oggi compie 90 anni, al teatro San Carlo di Napoli
di Simona Antonucci
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Venerdì 25 Agosto 2023, 19:11 - Ultimo aggiornamento: 20:23

Tanti auguri Maestro. Il Teatro San Carlo di Napoli e l’Opera di Roma, La Scala di Milano e il Massimo di Palermo, con il ministro della Cultura Sangiuliano e la squadra di calcio del Napoli, l’Italia rende omaggio a Roberto De Simone, regista teatrale, compositore, musicologo napoletano che oggi compie novant’anni. Dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare che fondò con Giovanni Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo d’Angiò, mescolando favole e quotidianità, ai capolavori “Gatta Cenerentola” (monumento dello spettacolo che debuttò a Spoleto quasi cinquant’anni fa), il “Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini” e la collaborazione con Muti in un memorabile Nabucco (il direttore d’orchestra lo chiamò per aprire la stagione 1986/87 della Scala, scene di Mauro Carosi e Odette Nicoletti, interpreti Renato Bruson e Ghena Dimitrova), il genio di De Simone ha lasciato un segno indelebile nel mondo della cultura e delle arti del Novecento.

 

IL CONSERVATORIO SAN PIETRO A MAJELLA

E nel teatro musicale, sua passione assoluta, superando schemi e correnti. Spaziando dalla tradizione popolare, con il recupero e la riproposta, alla fine degli anni Sessanta, del patrimonio teatrale e musicale campano, regalando nuova linfa del genere folk, alle regie liriche dei capolavori di Pergolesi, Rossini, Mozart e Verdi. E poi, la direzione del conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, dove approfondì la scuola musicale napoletana del Settecento, la nomina di accademico di Santa Cecilia e la direzione artistica del San Carlo dove ha realizzato numerose regie d’opera.

SAN CARLO

Anche per questo il teatro partenopeo ha deciso di festeggiarlo, il prossimo autunno, con una serata speciale. «Il Teatro di San Carlo è orgoglioso di celebrare la lunga e fruttuosa collaborazione di oltre quarant’anni con il maestro De Simone», afferma il nuovo sovrintendente Carlo Fuortes, «il cui talento e dedizione hanno contribuito ad aprire nuove direzioni musicali con proposte artistiche innovative che hanno fatto scoprire al mondo capolavori napoletani del Settecento e primo Ottocento: uno straordinario contributo all’affermazione di Napoli nel mondo».

IL MINISTRO SANGIULIANO

Omaggi dal Ministero alla Cultura che ha diffuso una selezione di sue immagini, scatti realizzati da Francesco Squeglia, pubblicati sul profilo twitter del Mic. «Il maestro Roberto De Simone è una figura importante della cultura italiana», ha detto il ministro Sangiuliano, «La sua ricerca ci ha lasciato un patrimonio che contribuisce a preservare e valorizzare le tradizioni popolari napoletane». Non manca il ricordo della Siae che posta una foto del maestro e sottolinea che «con l’opera teatrale “La Gatta Cenerentola” ha portato la grande tradizione italiana nel mondo». Gratitudine anche da Eugenio Bennato: «Ancora mi considero un suo allievo e gli devo tantissimo. Mi ha dato una marcia in più e mi rammarico di aver avuto poche occasioni per dirglielo»

L’OPERA DI ROMA

Cin cin da Palermo: «Ero giovanissimo quando assistetti alla “Gatta Cenerentola”, al Teatro Biondo, un capolavoro che cambiò linee, traiettorie e percorsi nella musica italiana ed internazionale», scrive sui social il compositore Marco Betta, sovrintendente del Massimo.

Francesco Giambrone, attuale sovrintendente dell’Opera di Roma nonché presidente dell’Agis, scrive: «Basterebbe “La gatta Cenerentola”, con cui tanti di noi siamo cresciuti, per raccontarne la grandezza. Ma poi c’è tutto il resto: la ricerca, gli studi, il rigore, lo sguardo acuto, lo spirito critico. Buon compleanno».

LA SCALA

Il Rossini Opera Festival, ricorda le collaborazioni del maestro con la rassegna dedicata al genio pesarese: «Per il nostro Festival ha creato due produzioni storiche: “Il signor Bruschino” nel 1985, ripresa nel 1988 e nel 1997, ed “Ermiona” nel 1987». E La Scala di Milano rivolge «affettuosi auguri» a De Simone ricordando i lavori del maestro napoletano al Piermarini, a cominciare dall’esordio nel 1972 alla Piccola Scala. Sempre sui social il Napoli Calcio «con in testa il Presidente Aurelio De Laurentiis, festeggia con gioia i 90 anni di Roberto De Simone, regista teatrale, compositore e musicologo italiano.

LA NUOVA COMPAGNIA DI CANTO POPOLARE

Dei Quartieri Spagnoli (è nato tra Via Toledo e Piazza Montesanto il 25 agosto 1933), De Simone comincia subito, a sei anni, a studiare musica (pianoforte e composizione al Conservatorio di cui diventerà direttore). E nonostante i disagi e le fughe con la famiglia, a causa della guerra, a 15 anni si esibisce nel Concerto per pianoforte e orchestra K. 466 di Mozart. Concerti e ricerche filologiche sulle tradizioni ed espressività popolari. Su questo solco, nel 1967 crea, insieme a Mauriello, Bennato e d’Angiò, la Nuova Compagnia di Canto Popolare, che vedrà nel tempo aggiungersi altri personaggi di spessore del panorama partenopeo, come Peppe Barra.

LA GATTA CENERENTOLA

Nel 1976 debutta “La gatta Cenerentola”, opera scritta e musicata dallo stesso De Simone, ispirata alla fiaba omonima, contenuta ne Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile, con cui raggiunge il vero successo popolare. Da lì, moltissime sono le opere-capolavoro del maestro, tra cui “L’Opera Buffa del Giovedì Santo” (1980), “Masaniello” (1975), “Mistero Napolitano” (1977), “Le 99 disgrazie di Pulcinella” (1994)’, “Le cantatrici villane” (1998). Scrive anche l’album “Io Narciso Io” (1985), l’oratorio Lauda Intorno allo Stabat (1985), I Carmina Vivianea (1987), la “Festa Teatrale” composta per il 250º anniversario del Teatro di San Carlo (1987), il melodramma “Mistero e processo di Giovanna d’Arco” (1989), la cantata drammatica “Populorum Progressio” (1994), le musiche corali per l’Agamennone di Eschilo (1995), “Il Canto de li Cunti” (1990), “Eleonora”, opera composta per il bicentenario della rivoluzione napoletana (1999), l’opera “Il Re Bello” (2004). Un’attività multiforme e geniale che ha ricucito barriere e pregiudizi, musica e teatro, tradizione e innovazione, scrivendo una pagina indelebile della nostra cultura. Auguri.

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