Harry Belafonte, 60 anni dopo la leggendaria “Banana Boat”, la musica e le carte del cantante giamaicano tornano a Harlem

Harry Belafonte, 60 anni dopo la leggendaria “Banana Boat”, la musica e le carte del cantante giamaicano tornano a Harlem
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Lunedì 16 Marzo 2020, 16:37
A più di sessant'anni dalla leggendaria «Banana Boat», la musica e le carte di Harry Belafonte tornano a casa a Harlem. Registrazioni, appunti e lettere del cantante giamaicano-americano sono stati acquistati dallo Schomburg Center for Research in Black Culture, una divisione della New York Public Library con sede a dieci isolati dall'Apollo Theatre. Una volta catalogato, l'archivio offrirà uno spaccato finora inedito di una lunghissima vita in cui arte e attivismo politico si sono continuamente intrecciati. Belafonte ha compiuto 93 anni il primo marzo e ha festeggiato proprio all'Apollo con uno degli ultimi «singalong» in un teatro dell'era del coronavirus: tutti gli spettatori si sono uniti al leggendario cantante e attore per una delle sue canzoni più famose, il brano dei lavoratori portuali del turno di notte che, dopo aver caricato la bananiera, facendosi ormai giorno, vogliono tornare a casa.

«Banana Boat», cantata in Italia da artisti diversi come Pino Daniele, Celentano e Mina, uscì nel 1957 nell'album «Calypso» e due anni dopo il Quartetto Cetra ne fece una parodia con «Pummarola Boat».
Due settimane fa, in onore di Belafonte, era stato il rapper Doug E. Fresh a dare il ritmo al celebre ritornello «Day-O!» all'Apollo, una «cattedrale di spiritualità», come aveva aveva scritto nelle sue memorie del 2001 il cantante e attore amico di Marlon Brando e Martin Luther King, dei Kennedys e di Nelson Mandela. «Ogni pezzo di carta racconta una storia», ha detto Kevin Young, il direttore dello Schomburg: «Non solo su Belafonte, ma sulla storia dei neri in America, il nostro attivismo e la nostra arte». 
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