“Le meraviglie” di Alice Rohrwacher: la storia di un'Italia antica, umile e nobile

Le meraviglie di Alice Rohrwacher
di Fabio Ferzetti
1 Minuto di Lettura
Sabato 17 Maggio 2014, 20:51 - Ultimo aggiornamento: 21:38
Una famiglia assai poco tradizionale, un luogo all’incrocio fra tre regioni - Umbria, Lazio e Toscana - un lavoro antico e rischioso, delicato e per certi versi poetico: l’apicultore. Per il suo secondo film, Le meraviglie, Alice Rohrwacher ha attinto ai propri ricordi di figlia di un apicultore tedesco sposato a un’italiana.



Ma ha anche reinventato in tutta libertà un universo chiuso e quasi autosufficiente che funziona come una potente metafora. Il casale sperduto in cui vive la famiglia protagonista, al riparo da qualsiasi modernità, è infatti molte cose insieme. È un fortino eretto contro il mondo e le sue minacce. Una piccola Città del Sole (e del miele). Un baluardo contro il cambiamento, ogni cambiamento. Destinato a essere messo alla prova dalla più grande di quelle quattro figlie, che crescono unite lavorando col padre alle loro arnie. Ma non sono così corazzate - per fortuna - contro le sirene del nuovo.



A Cannes per la seconda volta (nel 2011 era alla Quinzaine col suo notevolissimo esordio, Corpo celeste), Alice Rohrwacher è un nome su cui puntare. Ha dentro parecchi mondi da esplorare, un senso innato del racconto, e una capacità di scegliere e dirigere gli attori fuori dal comune. I personaggi delle Meraviglie si portano la loro storia scritta addosso, senza che nessuno abbia bisogno di spiegarcela. E anche per questo che i loro sogni, le loro paure, le loro speranze più segrete, diventano così facilmente le nostre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA