Demi Moore: «Io nuda a 61 anni, non temo la mia età. Per girare quelle scene avuto bisogno di sentirmi vulnerabile»

A 61 anni ha esordito in concorso a Cannes con “The Substance”. Per lei anche un nudo frontale: «Nessun imbarazzo, serviva»

Demi Moore: «Io nuda a 61 anni, non temo la mia età. Per girare quelle scene avuto bisogno di sentirmi vulnerabile»
di Gloria Satta
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lunedì 27 maggio 2024, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 28 maggio, 16:58

Il premio per la migliore interpretazione femminile non l’ha vinto (è andato all’attrice trans Karla Sofía Gascón e alle altre protagoniste di Emilia Pérez) ma a Cannes Demi Moore ha avuto la sua rinascita. Sullo schermo protagonista senza veli del body horror “femminista” di Coralie Fargeat The Substance (premio per la sceneggiatura), alla cerimonia di chiusura del 77mo festival era in sala a fare il tifo per la regista. L’ultima volta che era sbarcata a Cannes, nel lontano 1997, non aveva un film in concorso ma accompagnò sulla montée des marches l’allora marito Bruce Willis interprete di Il quinto elemento. 

 

Demi Moore, la rinascita

Quest’anno Demi non solo ha partecipato alla competizione ma è stata al centro di un clamoroso rilancio.

A 61 anni la protagonista di film-cult degli anni Novanta come Ghost e Proposta indecente ha dimostrato di essere talmente in forma da poter regalare al pubblico il suo glorioso nudo frontale. Ha anche trasmesso un vigoroso messaggio anti-ageing: in The Substance fa un’istruttrice-tv di aerobica che, licenziata perché troppo anziana, cerca di ringiovanire, ma Demi ha giurato di vivere benissimo il tempo che passa. Ogni sera ha brillato sul red carpet, fasciata negli abiti-scultura di Schiaparelli, in braccio l’inseparabile chihuahua Pilaf, e fatto gli onori di casa al gala Amfar dove sono stati raccolti 16 milioni per la ricerca sull’Aids. «All’inizio ero nervosa, non avevo mai avuto un film in concorso al festival e non sapevo come comportarmi», racconta Demi, «poi la risposta entusiastica del pubblico e della critica a The Substance mi ha riempito di gioia. Ho avvertito d un profondo amore per il cinema». Cosa ha rappresentato per lei il film di Fargeat? «Una sfida, perché mi sono spinta al di fuori della mia comfort zone. In molte scene sono completamente nuda con Margaret Qualley che interpreta la versione ringiovanita del mio personaggio». Nessun imbarazzo, però: «Abbiamo parlato per ore e siamo perfino riuscite a divertirci. Sul set mi sono sentita al sicuro grazie alla presenza di Margaret e della regista. Ma per interpretare quelle sequenze ho avuto bisogno di sentirmi vulnerabile sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo». 

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La violenza

Era già apparsa nuda in film come Striptease di Andrew Bergman e Proposta indecente di Adrian Lyne: è diverso se dietro la cinepresa c’è una donna? «Tutto dipende dal contesto in cui il nudo viene presentato. In The Substance serve a far arrivare la storia al pubblico e non c’è alcuna sessualizzazione». La violenza che scandisce molti momenti, e che ha sconvolto più di uno spettatore, «era necessaria per denunciare la violenza contro le donne. Sia quella perpetrata dagli uomini sia quella che le stesse donne si autoinfliggono quando cercano di adeguarsi ai canoni estetici imposti dalla società». Lei non si sente discriminata a causa dell’età: «Il tempo che passa non mi fa paura», assicura, «l’invecchiamento sfugge al nostro controllo e può portarci a non accettare noi stessi. Coralie ha parlato di tutto questo in un modo eccellente, unico». Pensa che The Substance le aprirà delle nuove porte? «Chissà. Intanto mi ha permesso di esplorare nuove possibilità. E crescere, non solo come attrice».

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