Carol Maltesi, ​ecco perché i giudici hanno negato l'ergastolo al killer: «Lei disinibita, lui la massacrò perché si sentì usato»

Giovedì 13 Luglio 2023, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 12:17

Esclusa la premeditazione

A parere della Corte d’assise presieduta dal giudice Giuseppe Fazio, Fontana «si è reso conto che la giovane e disinibita Carol si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e che lo avesse usato, e ciò ha scatenato l’azione omicida. A spingere l’imputato non fu la gelosia ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dal senso di crescente frustrazione per essere stato da lei usato e messo da parte». Un movente che «non può essere considerato abietto o futile in senso tecnico-giuridico» scrivono i giudici, escludendo anche la premeditazione: il femminicidio potrebbe essere stato frutto di una decisione maturata lentamente, in ogni caso «fu conseguenza di condotta voluta dall’imputato sorretta da dolo diretto se non da dolo intenzionale, ma non fu conseguenza di premeditazione».

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