Campi Flegrei, il supervulcano sta cambiando. «Crosta meno elastica, possibili fratture». Ultima eruzione nel 1538

Venerdì 9 Giugno 2023, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 20:47

Campi Flegrei, lo studio

Il susseguirsi degli episodi di sollevamento degli ultimi decenni ha causato un progressivo indebolimento nella crosta della caldera dei Campi Flegrei. Questo il risultato principale dello studio «Potential for rupture before eruption at Campi Flegrei caldera in southern Italy» pubblicato su Communications Earth and Environment di Nature, condotto da ricercatori dell’University College London (Ucl) e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Dalla ricerca risulta che la crosta della caldera flegrea sta attraversando un progressivo passaggio da una fase «elastica» a una «inelastica». «In quest’ultima fase», afferma Christopher Kilburn dell’Ucl, «ogni aumento di sforzo associato al continuo sollevamento viene immediatamente liberato sotto forma di terremoti. Sulla base di nostre precedenti ricerche», ricorda Kilburn, «nel 2016 avevamo ipotizzato l’incremento di sismicità, effettivamente verificatosi a partire dal 2019. Questo risultato ci ha incoraggiato a continuare sulla strada intrapresa e dimostra quanto sia importante studiare i Campi Flegrei attraverso questo nuovo approccio che ci da informazioni sul livello di fratturazione della crosta». «Lo studio», afferma Stefano Carlino dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv (INGV-OV), «evidenza che, nonostante il livello del suolo raggiunto oggi sia superiore di oltre 10 cm a quello raggiunto durante la crisi bradisismica del 1984, la deformazione inelastica sta avvenendo con un livello di sforzo inferiore rispetto al 1984. Questo risultato suggerisce che, nel corso degli episodi di sollevamento della caldera dei decenni passati si sono progressivamente prodotte modifiche dello stato fisico della crosta e che questi cambiamenti non possono essere trascurati nello studio della dinamica vulcanica in atto e nelle sue evoluzioni future».

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