Truffa dello specchietto a Roma: l'urto "simulato" poi la richiesta di denaro. Si fa consegnare 300 euro e fugge

L'episodio in viale dello Scalo di San Lorenzo. Al vaglio degli inquirenti le immagini di video sorveglianza della filiale postale

Truffa dello specchietto a Roma: l'urto "simulato " poi la richiesta di denaro. Si fa consegnare 300 euro e fugge
di Alessia Perreca
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Martedì 24 Ottobre 2023, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 20:26

Proviamo ad essere preparati a tutto. O quasi. Anche agli imprevisti - poco gradevoli - che riescono a rovinare una mattinata di lavoro iniziata con il buon umore. Se poi, quel “contrattempo” conosciuto comunemente come "truffa", è stato decine di volte raccontato e letto tra i fatti di cronaca romana, allora il livore è più giustificato. Scalo di San Lorenzo, ieri mattina, poco dopo le 10: Simona ( nome di fantasia) è seduta alla guida della sua macchina. Si ferma un’altra auto al suo fianco, ma lei decide di spostarsi alla sua destra dove ci sono altre vetture parcheggiate. All’improvviso, il “botto”, secco e diretto quasi a voler giustificare l’urto ( allo specchietto retrovisore, ndr), ma che in realtà è stato solo simulato. Lui, un uomo, romano, alto, moro e sulla quarantina, ingrana la marcia e parte all’inseguimento della “vittima”.  Si accosta e le dice: «Allora ti fermi?».

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I fatti

Al parcheggio, all’altezza del ponte della Tangenziale, e vicino all’entrata dell’università inizia il botta e risposta tra l’abile truffatore e la donna.

Effettivamente la strisciata - bianca- sull’utilitaria della giovane si nota. I danni sul parafango e sul paraurti del malfattore sono evidenti. E allora, a chi imputare le responsabilità? «Facciamo il Cid», dice senza mezzi termini Sonia. L’uomo, invece, senza pensarci due volte prende il telefono e chiama il suo ( presunto) carrozziere di fiducia. «Sono 550 euro», risponde. Sonia, però, è convintissima di non aver urtato la Citroen dell’uomo. «Sei hai intenzione di liquidarmi fallo subito - ribatte il quarantenne - perché ho un appuntamento per un colloquio di lavoro e rischio di perderlo se non arrivo in tempo».  La giovane opta quindi per la classica risoluzione per mezzo dell’assicurazione. A quel punto, l’esagitato inizia ad aggredirla verbalmente, più volte, con una velocità di eloquio al cardiopalmo. La donna alza il telefono e chiama un autentico carrozziere che a quanto pare conferma la cifra del truffatore.

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«A Roma, i costi si aggirano intorno ai 500 euro». I sospetti di Sonia  però, restano alti, e il Cid - secondo lei - rimane l’unica soluzione. «Avevo un impegno molto importante anche io e non avevo tanto tempo», spiega Sonia a “Il Messaggero. Il truffatore gioca, a quel punto, le sue ultime mosse: «Chiudiamola a 300 euro», sentenzia. «Convinta di essere la colpevole sono andata al bancomat più vicino, ho prelevato la cifra e ho pagato il danno». Una volta rientrata nell’appartamento i dubbi di Sonia diventano certezze: nessuna responsabilità e nemmeno danni alla carrozzeria, ma la consapevolezza di essere caduta nella tela dell’ennesimo truffatore. «Sono ritornata nella mia macchina e mi sono resa conto che quella botta era solamente gesso, poi rimosso subito dopo», conclude Sonia. La denuncia - seppur con notevoli difficoltà - al primo Commissariato di zona. Al vaglio degli inquirenti, ora, i filmati delle telecamere di video sorveglianza della filiale postale dove è stato prelevato il contante e l'identificazione del truffatore.

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