Baby gang a Roma, picchiati clochard e bengalesi: in 5 a processo per «furto, minacce e lesioni»

Fascicolo aperto con "l’aggravante della discriminazione": alcuni ragazzini non imputabili perché hanno 12 e 13 anni

Baby gang a Roma, picchiati clochard e bengalesi: in 5 a processo per «furto, minacce e lesioni»
di Fernando M. Magliaro
3 Minuti di Lettura
Martedì 28 Marzo 2023, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 10:37

La dinamica del branco e ora il rischio processo per furto, minacce, percosse e lesioni. Tutti ragazzi, residenti nella zona di viale Marconi, che per mesi hanno spadroneggiato rubacchiando in un negozio di alimentari gestito da un bengalese e portando via caramelle, biscotti e gelati. Ma anche attaccando un clochard indiano, lanciandogli addosso immondizia; vessando tre ragazze minorenni per il branco facenti parte della comunità Lgbt, o, ancora, picchiando un quattordicenne così, senza un reale motivo. Per cinque di loro - dai 15 ai 18 anni - la Procura dei Minori ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio. Per altri quattro, come racconta il Corriere della Sera, non è possibile procedere in quanto non imputabili avendo solo 12 e 13 anni al momento dei fatti.

Roma, allarme baby gang a Talenti. «Aggressioni, botte e minacce in strada e nei parchi»: feriti diversi ragazzini

Roma, la gang del parco del Pineto. «Hai da accendere?» e la banda pesta un disabile. Botte e insulti

E mancano ancora i più piccoli: 10 e 11 anni e quindi non individuati. C’era anche una chat di gruppo - “Anundo gang’s” - usata dalla gang per avvisarsi della presenza di polizia e carabinieri in modo tale da eludere i controlli La richiesta di rinvio a giudizio per ora riguarda solo il furto nel negozio di alimentari in via Blaserna e il pestaggio del clochard indiano.

Per le lesioni e le minacce alle tre ragazze, il fascicolo è aperto con l’aggravante della discriminazione. Le vittime hanno riconosciuto gli aggressori ma al momento non risultano ancora indagati. Così come per le botte rifilate al quattordicenne: inchiesta aperta. Secondo i legali degli accusati - Giuseppe Mucciolo, Valerio Vitale, Luca Pallotta, Francesca Roccadoro e Francesco Tabocchini, «si tratta di una vicenda sicuramente spiacevole ma non certo di criminalità giovanile. Sono ragazzi, figli di persone perbene. Singolarmente sono timidi ed educati. Probabilmente, lo stare in gruppo potrebbe aver generato un malsano senso di arroganza. Sono davvero pentiti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA