Sindaco di Roma, presentati Michetti-Matone Sgarbi: così il centrodestra vuole riconquistare la capitale

Michetti-Matone-Sgarbi: così il centrodestra vuole riconquistare Roma
di Francesco Pacifico
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Venerdì 11 Giugno 2021, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 01:40

Enrico Michetti rivendica il titolo di «tribuno della plebe. Fu l’unica carica che volle mantenere, che pretese Augusto quando divenne Imperatore». Simonetta Matone promette di guidare e rilanciare «la Capitale degli ultimi». Vittorio Sgarbi si candida, rinunciando allo stipendio, a fare «l’assessore ai miracoli, intanto far conoscere una città bellissima, per lo più nascosta, non accessibile». È stato presentato questa mattina al Tempio di Adriano il tridente - Michetti sindaco, Matone prosindaca e Sgarbi assessore alla Cultura - con il quale il centrodestra (Lega, FdI, Udc, Forza Italia, Cambiamo e Rinascimento) vuole riconquistare Roma. Ma al di là delle frasi di rito e delle photo opportunity, è stato subito chiaro a tutti che quella di Roma è una sfida di caratura nazionale: serve, attraverso il rilancio della Città eterna, per mettere le basi alla conquista del Paese; sarà decisiva per capire chi tra Lega e Fratelli d’Italia. Matteo Salvini, leader del Carroccio, a margine fa notare: «Il valore aggiunto della Lega? Quello di far vincere la coalizione».

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Giorgia Meloni, quasi a sottolineare il nuovo paradigma politico, rivendica «che c’è stato coraggio a candidare un uomo fuori dagli schemi come Enrico Michetti. Che sa parlare con la gente. Perché Roma è anche una città dove 800mila persone vivono fuori il Raccordo e sono stati dimenticati. Eppoi vi siete tutti soffermati sul suo suo curriculum, si è scritto “Michetti chi?”, ma parliamo di uno massimi amministrativisti d’Italia, uno chiamato dai Comuni di tutto il Paese per risolvere i problemi, cavaliere della Repubblica indicato da Gentiloni e nominato dal presidente Mattarella».

Michetti: «Devo restituire l'orgoglio ai romani»

Sindaco Tribuno, mr Wolf come ama definirlo Meloni, o “Michettone” come lo chiama già Sgarbi, Enrico Michetti, ha subito chiarito quali saranno i confini della sua campagna elettorale. Intanto le periferie, che vanno «inserite nei percorsi turistici in modo da triplicare i posti di lavoro». Senza dimenticare «i servizi alla persona, alzare il tasso di scolarità» per aiutare queste aree. Guarda alle categorie più colpite dalla crisi - «I ristoratori devono tornare a ridere» -, non dimentica le imprese, sottolinea che «bisogna dare un sogno ai dipendenti comunali, promette sforzi straordinari sul decoro, sui rifiuti e sulla manutenzione stradale. «Spero di essere all’altezza. Devo essere il sindaco che restituisce l’orgoglio ai romani. Che deve tornare Caput mundi. Quello che manca a Roma è la pace. A Roma c’è troppo odio e pregiudizio». In quest’ottica annuncia di considerare gli avversari alla corsa del Campidoglio «non dei nemici, ma dei colleghi.

Non parlerò mai del passato, ma soltanto del presente e del futuro della Capitale».

 

Simonetta Matone, visto anche il suo curriculum, guarda agli ultimi: «Nessuno deve restare indietro. Bisogna coinvolgere in questa battaglia più associazioni, ma anche chi ha avuto di più». Quindi, annunciando che si metterà in aspettativa dalla magistratura, risponde a Enrico Letta che ha stigmatizzato l’utilizzo dei magistr alle amministrative: «Mi sorprende, fu lui a nominarmi capo del dipartimento degli affari di giustizia, ruolo già ricoperto da Falcone». 


Già da oggi sono in programma le prime riunioni per ultimare il programma e fissare l’agenda. Tra i presenti al Tempio di Adriano c’è molto entusiasmo, anche per superare le polemiche e lo stallo sulla scelta del ticket del ticket Michetti-Matone. A breve il “sindaco tribuno” vedrà Silvio Berlusconi. Alla fine della conferenza, ringraziando Salvini, Meloni e Antonio Tajani, dimentica il Cavaliere. Poi torna indietro e dice: «Ringrazio anche il presidente Berlusconi».

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