Roma, coppia rapinata e aggredita in villa: «Aprite la cassaforte o vi uccidiamo», il racconto choc

Roma, coppia rapinata e aggredita in villa: «Aprite la cassaforte o vi uccidiamo», il racconto choc
di Morena Izzo
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Martedì 7 Maggio 2019, 11:14

Armati di ascia, pistola e cacciavite, sono entrati in una villa a Fiano Romano, dove hanno sequestrato una coppia, derubata di circa 60 mila euro, tra gioielli, diamanti e soldi contanti. La banda di tre persone, con l’accento dell’est Europa è poi scappata a piedi, ma ad attenderli fuori c’era probabilmente un quarto uomo. La loro auto, una Audi A3 presa a noleggio, è stata rintracciata sull’autostrada A1 in direzione sud poco prima di Caianello, con quattro persone a bordo, da una pattuglia della polizia autostradale della sottosezione di Cassino, che ha intimato l’alt. I malviventi si sono fermati in un’area di sosta e poi si sono dati alla fuga nelle campagne inseguiti dai poliziotti. Poco dopo i quattro sono stati individuati in prossimità di un imbocco di un tunnel, dove sono riusciti di nuovo a far perdere le loro tracce. I poliziotti, però hanno recuperato una borsa che uno dei banditi, tutti con un’età tra i 25 e i 35 anni, aveva a tracollo. All’interno i gioielli e una pistola Beretta 84 f Short calibro 9 con due caricatori, risultata rubata a Mercato San Severino, a Salerno. Mancavano, invece, i diecimila euro in contanti. La refurtiva è stata riconsegnata ai proprietari. Dai controlli effettuati dalla polizia scientifica sull’auto ritrovata, potrebbero emergere dei riscontri utili ad individuare la banda. Il veicolo e la pistola sono stati posti sotto sequestro.
 
La banda è entrata in azione verso le 23 di sabato sera, quando ha scavalcato il muro di cinta dell’abitazione dei due coniugi, 61 anni lui, dipendente di una nota catena di supermercati e 51 lei, commercialista. Quando è scattato l’allarme perimetrale, il proprietario è uscito in giardino per controllare e si è trovato davanti i tre uomini armati e con il volto coperto da un passamontagna. Indossavano dei guanti neri per non lasciare impronte. “Entra e non urlare”. Gli hanno detto puntandogli contro una pistola. Una volta all’interno i tre hanno immobilizzato anche la moglie. Uno di loro li teneva fermi minacciando di sparare, mentre gli altri due hanno cominciato a prendere tutti gli oggetti di valore. Il loro obiettivo, però, era la cassaforte. Una volta individuata hanno voluto il codice per aprirla. “Dateci la combinazione e non vi succederà niente”. La richiesta è stata ripetuta più volte. “Vogliamo il codice o vi ammazziamo”. Hanno più volte minacciato la coppia. Intanto la banda ha smurato la cassaforte. Quando le vittime gli hanno dato il codice per aprirla hanno preso i diecimila euro in contanti, l’oro e i gioielli con diamanti incastonati, che tenevano custoditi all’interno. Poi, sempre dietro minaccia della pistola sono scappati a piedi. Ad attenderli fuori c’era sicuramente un complice con il quale sono scappati in auto. 
 
Subito dopo le due vittime hanno chiamato il 112. Sul posto sono arrivati i carabinieri della stazione di Fiano Romano e della compagnia di Monterotondo, che stanno indagando coordinati dalla Procura di Rieti. “Sono stati momenti di terrore – hanno raccontato le vittime agli inquirenti – abbiamo avuto paura di morire. Erano spietati”. Le indagini proseguono serrate. Gli inquirenti non escludono la presenza di un basista. La banda probabilmente era partita dalla Campania per mettere a segno il colpo, ed è qui che era diretta. Non erano dunque della zona pur avendo delle informazioni dettagliate sulle vittime.

E sempre un basista potrebbe aver fornito le indicazioni per un altro colpo che stava per essere messo a segno a Monterotondo, lo scorso 26 aprile, da un banda di quattro persone. Tra loro anche il sedicenne di origine albanese, che è stato ferito da un colpo di arma da fuoco esploso da Andrea Pulone, il ventinovenne che ha sparato nel tentativo di sventare il furto nella sua villetta. La banda, che era riuscita a scappare, è stata fermata dai carabinieri della locale compagnia e proprio ieri sono stati convalidati gli arresti per due di loro: un giovane serbo e un romeno, mentre il sedicenne è ancora piantonato al Policlinico Gemelli e un altro minorenne straniero è stato affidato al centro di accoglienza di via Virginia Agnelli. 

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