Monteverde, dopo il rapimento del 15enne le famiglie ora hanno paura: «​Non ci sentiamo sicuri»

Mentre continuano le indagini in merito al “sequestro​ lampo” denunciato dal minore, cresce la preoccupazione dei residenti della zona

Monteverde, sale l'allerta nelle famiglie dopo il rapimento del 15enne: « Non ci sentiamo sicuri»
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 4 Marzo 2024, 00:07

«Chi è che fa questo a un ragazzino di 15 anni?», domandava ieri più di un residente nel centrale quartiere Monteverde. Il commissariato di polizia di zona sta andando avanti con le indagini in merito al “sequestro lampo” denunciato da un minore, ritrovato poi stordito nella cantina di un palazzo popolare del Trullo. Ma intanto cresce la preoccupazione dei cittadini. Michele, l’abbiamo chiamato, così martedì scorso è stato sequestrato da una o più persone ancora da trovare. Fortunatamente il ragazzo sta bene e dopo gli accertamenti all’ospedale San Camillo è tornato a casa. Ma resta ancora da chiarire la dinamica di quanto accaduto e soprattutto definire il perché. 

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La vicenda

Dopo esser uscito da scuola il 15enne ha accompagnato un amico a casa e a circa 500 metri di distanza dalla sua abitazione è stato preso.

Si è accorto di essere seguito da qualcuno che non conosceva tanto che, allarmato, ha scritto un messaggio alla madre per chiedere aiuto. «Sono nella via del cinese vicino casa...aiuto mami». Poi il ragazzino scompare. Qualche ora più tardi, grazie anche al sistema di geolocalizzazione del cellulare, viene trovato dai genitori e dalla polizia nell’androne cantina di un palazzo popolare del Trullo. A circa quattro chilometri in auto dalla strada in cui era stato visto per l’ultima volta. Quella cantina poi risulta essere in uso a una persona che gravita, per motivi di lavoro, nello stesso istituto frequentato dal minore.

Il percorso

Una strana casualità su cui si è concentrata l’attività degli agenti di polizia se non altro per escludere totalmente quel nesso preoccupante che lega la scomparsa del minore all’ambiente scolastico. Diverse sono le attività commerciali che si snodano lungo il possibile percorso compiuto da Michele e dai suoi aggressori, ovvero quello dal punto in cui è stato visto per l’ultima volta e la cantina del Trullo. A questi negozi la polizia ha già chiesto le immagini delle videocamere di sorveglianza per cercare di trovare l’auto denunciata dal ragazzino sulla quale sarebbe stato fatto salire a forza. Lo stesso è stato fatto con i proprietari di alcuni appartamenti dotati di videosorveglianza esterna. Le immagini sono in fase di visione mentre si sta passando al setaccio l’entourage del ragazzino. 

La preoccupazione

La sua è una famiglia perbene come tante altre. «È stato preso in pieno giorno non è una cosa normale e poi da chi e perché?» continuavano a domandare diversi residenti. «Non vorremmo trovarci di fronte alla presenza di qualche male intenzionato che va proprio a caccia di adolescenti». Michele nella ricostruzione fornita agli investigatori ha detto che una volta caricato su quell’auto qualcuno gli avrebbe fatto bere forse un sonnifero o un sedativo e che prima di perdere conoscenza avrebbe sentito dire da uno dei due presunti uomini la frase: «È solo un ragazzino». Il 15enne è stato trovato in stato confusionale in mezzo a un mucchio di scatole e scatoloni ammassati di fronte alle porte di due cantine. La persona che gravita nella scuola del minore in quel momento non era in casa, c’era la sorella che l’ha chiamata per dirgli cosa fosse accaduto. Dal commissariato di Monteverde è stata inviata una prima informativa alla Procura.

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