Rispettano il solito copione e, talvolta, lo arricchiscono di nuovi “elementi”: prima il colpo (improvviso) alla fiancata dell’auto e poi l’accusa al malcapitato di turno, “reo” di aver procurato il danneggiamento dello specchietto retrovisore a causa di una presunta (errata) manovra. E, immancabile, arriva la richiesta di un risarcimento economico, in contanti. La truffa dello specchietto continua a colpire diversi quartieri della Capitale. L’ultimo ( sventato) colpo, diverse settimane fa, in via Giovanni Conti, al Tufello: ad entrare in azione, una donna, poi fuggita a bordo di un’auto rossa dopo aver sfilato il portafogli all’ennesima vittima: un uomo di 82 anni.
Il racconto
I fatti risalgono a diverse settimane fa, quando, in pieno giorno, in via Giovanni Conti, a pochi passi dallo storico mercato di Val Melaina, una truffatrice decide di entrare in azione con l’inganno dello specchietto.
«Si è resa conto delle disponibilità liquide che mio suocero aveva nel portafogli - racconta Lucia ( nome di fantasia, ndr) e ha chiesto prima 100, poi 300 euro, infine la catenina d’oro al collo». L’ultima richiesta, però, ha acceso una spia nell’uomo: di fronte ai suoi occhi l’ennesima truffatrice. «L’ha fatta scendere dalla macchina, ma in un momento di distrazione di mio suocero, la donna è riuscita a sottrargli il portagli con 700 euro contanti, le carte e i documenti». La malvivente si è dileguata tra le strade del Tufello. «Siamo corsi in soccorso di mio suocero e mentre stavamo bloccando le carte abbiamo ricevuto un messaggio sul cellulare: una spesa di 50 euro fatta dalla donna - con il bancomat rubato - presso il distributore di benzina in via Monte Cervialto», prosegue Lucia. La corsa presso il Commissariato di zona per la denuncia e la caccia alla donna è ancora aperta.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout