Emergenza idrogeologica, a Settebagni è allarme per il torrente “Lello Maddaleno”: canali ostruiti e rischio esondazione

Residenti “prigionieri” del loro quartiere. I consiglieri di Iv :“Un tavolo operativo in grado di individuare le soluzioni tecniche per superare le criticità. Occorre intervenire con urgenza”

(foto reporter Montesacro)
di Alessia Perreca
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Martedì 10 Gennaio 2023, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 18:52

Preoccupazione ed attenzione alta a Bel Poggio - Settebagni dove, negli ultimi tempi, a causa del maltempo, è straripato il torrente denominato “Lello Maddaleno”, un piccolo affluente del Tevere (comunemente chiamato Fosso Settebagni, ndr) che passa al di sotto della via Lello Maddaleno e collega la via Salaria alla zona Bel Poggio. Non solo per colpa delle forti piogge e per le raffiche di vento, ma anche per i rifiuti vegetali che spesso si sono accumulati. In modo particolare, l’acqua piovana ha invaso la strada del Municipio III Montesacro, all’altezza del piccolo “ponticello”, e più volte sono dovuti intervenire i volontari della Protezione Civile per mettere in sicurezza l’intera area. A farne le spese sono stati i residenti rimasti “prigionieri” del loro quartiere. L’unica via “d’uscita“ risulta essere il cancello di un cementificio, adiacente la zona. Un’area del tutto privata, non asfaltata e pericolosa per l’assenza di un guardrail.

A sollevare l’annosa questione, i consiglieri di Italia Viva che, nel corso di una interrogazione, hanno chiesto - con urgenza - la convocazione di un tavolo che coinvolga il Simu ed il Dipartimento della Protezione Civile per attivare un piano di interventi di manutenzione ordinaria del torrente. L'atto è stato approvato all'unanimità ( in Municipio,ndr) lo scorso 5 Gennaio. 

Inquadramento morfologico

Via Lello Maddaleno è percorribile attraverso un piccolo ponte carrabile lungo dieci metri e piuttosto basso rispetto alle sponde del canale. Un ponte di epoca romana con dimensioni molto più ampie dal punto di vista dell’altezza e della larghezza.  Dagli archivi capitolini si evidenzia che il ponte, fino al 1915 era più ampio  e sopraelevato rispetto all’attuale, riedificato nel 1917, e ricostruito 90 centimetri sotto il livello della strada. Le cause delle frequenti esondazioni sono, quindi, in parte, riconducibili alle caratteristiche strutturali del ponticello. Nei periodi di piena del torrente, il flusso dei rifiuti vegetali risulta altamente rallentato e, di fatto, ostruisce tutto l’alveo. Nelle giornate di forti piogge si sviluppano livelli idrometrici superiori al territorio circostante e le acque piovane della zona confluiscono direttamente nel fosso. L’acqua fuoriesce dal foro ed inonda le aree limitrofe. Altri fattori, invece, sono legati alla naturale conformazione fisica e geologica del torrente. Si tratta di esondazioni non pericolose per le persone, ma con evidenti disagi per l’intera popolazione locale a causa del totale blocco della circolazione, l’accesso alla zona ed ingenti danni alle attività commerciali attigue.

Per mitigare il rischio idrogeologico legato alle esondazioni, nel 2018, il Consorzio di Bonifica Litorale Nord aveva svolto un grande lavoro di pulizia di tutto il letto del torrente, con l’estrazione di rifiuti solidi. Ma non è stato sufficiente.

Secondo i consiglieri di (Iv) occorrono ulteriori interventi di manutenzione ordinaria e strutturali, legati al rifacimento del ponte Lello Maddaleno. Il Municipio aveva stanziato dei fondi per uno studio di fattibilità del progetto, ma, ad oggi, la situazione resta ancora critica.

“Gli episodi di esondazione del Fosso Settebagni - hanno spiegato  Valerio Casini e Francesca Leoncini, consiglieri ( Iv) - sono piuttosto frequenti nella stagione invernale, dovuti soprattutto alle caratteristiche idrogeologiche dell’area. Il ponte carrabile su via Lello Maddaleno e le atre infrastrutture adiacenti al fosso, a causa del maltemp, diventano spesso inagibili con grossi disagi per i cittadini e notevoli ripercussione sulla viabilità del quadrante.” “Riteniamo - hanno proseguito - che la situazione meriti un approfondimento serio e l’attivazione di un tavolo operativo in grado di individuare le soluzioni tecniche per superare le criticità.” “Abbiamo chiesto - hanno aggiunto - una convocazione urgente della Commissione Capitolina Lavori Pubblici che speriamo possa riunirsi quanto prima bisogna varie un percorso di importante riqualificazione dell’intera zona. Bisogna avviare un percorso importante di riqualificazione dell’intera zona”.

“Quando il torrente straripa, via Lello Maddaleno si riempie di acqua, fango e detriti. I residenti non possono tornare a casa né uscire dal quartiere, a meno che non vanga aperto il cancello di un cementificio, consentendo così di collegare Settebagni alla zona di Bel Poggio”, ha spiegato Marta Marziali, consigliera (Iv) del   Municipio III. “ Si tratta - ha concluso - però di un’area privata, un tratto di strada tra l’altro non asfaltato e molto pericoloso a causa del brecciolino e dell’assenza di guardrail. Occorre intervenire con urgenza. Dopo l’approvazione in Consiglio Municipale dell’ordine del giorno che abbiamo presentato sul tema, ci auguriamo adesso che l’Amministrazione si attivi velocemente per mettere in campo soluzioni adeguate.”

LA REPLICA - “Il Municipio - replica Matteo Pietrosante, Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio III - aveva provato a prendere di petto la questione già dal 2019. Aveva chiesto un primo finanziamento per avviare delle indagini e per i primi livelli progettuali.” “Finanziamenti - ha sottolineato Pietrosante - che sono stati bloccati perché la proprietà del ponte non risulta incarico al Comune di Roma e quindi l’unica strada che si prospetta è quella evocata già in passato dal Municipio stesso: ovvero la convocazione di un tavolo centrale, presso il Comune di Roma, e che veda coinvolti tutti i soggetti interessati (Simu, Dipartimento Protezione Civile, municipio, i privati e gli enti regionali competenti, ndr) al fine di pervenire ad una progettazione risolutiva affinché il pericolo di esondazione del ponte Lello Maddaleno non esista più.”

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