Tram, faro dell’Anticorruzione: «Mancano i pareri di molti enti»

Il presidente Marco Tullio Marcucci: «Mancano i pareri di molti enti pubblici»

Tram, faro dell’Anticorruzione: «Mancano i pareri di molti enti»
di Fernando M. Magliaro e Giampiero Valenza
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Giovedì 2 Novembre 2023, 00:25

Il tram Tva arriva direttamente sul tavolo dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. La linea tranviaria che il Campidoglio avrebbe intenzione di realizzare tra Termini e l’Aurelio ora si trova davanti a un nuovo ostacolo: quello di un accertamento ispettivo dell’Autorità che è stato richiesto dall’avvocato Marco Tullio Marcucci, presidente dell’associazione per la tutela e la valorizzazione di via Nazionale. Marcucci ha preso parte, martedì, alla Commissione Trasporti del Consiglio regionale del Lazio dove ha fatto emergere tutta una serie di rilievi che ha voluto riassumere in due atti. Il primo è, per l’appunto, proprio la lettera all’Anac. L’altro, invece, è un’istanza di sospensione della gara in autotutela.


LE CRITICITÀ
Marcucci parte da una serie di quelle che definisce «illegittimità» che hanno caratterizzato la procedura di approvazione del Piano. «La procedura risulta gravemente illegittima nella parte in cui il Rup (il responsabile unico del procedimento, ndr) ha validato il Progetto di fattibilità tecnico-economica nonostante sia stato sottoscritto da un architetto anziché da un ingegnere», scrive.

Secondo la norma, infatti, sono di spettanza dell’ingegnere «il progetto, la condotta e la stima dei lavori per estrarre, trasformare e utilizzare i materiali direttamente o indirettamente occorrenti» ai mezzi di trasporto. Mancano poi alcuni pareri.

Secondo l’avvocato, stando all’istanza presentata all’Anac, «non risultano pervenuti» quelli della Direzione regionale Lavori Pubblici, Sezione unica appalti, Risorse idriche e difesa del suolo dell’area tutela del Territorio della Regione Lazio, del Dipartimento Infrastrutture e manutenzione urbana di Roma Capitale, del Dipartimento Patrimonio e Politiche abitative del Campidoglio, della Soprintendenza Capitolina ai Beni Culturali, dei Municipi I e XIII, di Rete Ferroviaria Italiana, di Atac, Ama, Italgas e della Italgas Reti. Tutti questi enti sono, sottolinea il legale, «obbligati a pronunciarsi sulla localizzazione e sul tracciato dell’opera, anche presentando proposte modificative» e «a comunicare l’eventuale necessità di opere mitigatrici e compensative dell’impatto».

Altri pareri, invece, sono pervenuti «soltanto formalmente» perché «privi delle ragioni che hanno condotto a una pronuncia favorevole». In questo caso, si tratta di quelli del Dipartimento programmazione e attuazione urbanistica di Roma Capitale, del Dipartimento tutela ambientale del Campidoglio, dal Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili (Direzione generale territoriale del Centro) e della Direzione regionale per le politiche abitative e la Pianificazione territoriale Paesistica e urbanistica della Regione Lazio.


I RILIEVI
L’avvocato sottolinea che contrariamente a quanto affermato dal Rup, le prescrizioni espresse dalle amministrazioni che sono state convocate dalla conferenza dei servizi non riguardano affatto «aspetti tecnici di dettaglio», concernendo invece, spiega Marcucci «consistenti e fondamentali aspetti dell’opera che si intende realizzare». Nel piano «sono stati considerati ‘”favorevoli’” pareri contenenti prescrizioni tali da implicare una vera e propria bocciatura del progetto».

 

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