Roma, l'incubo di un nonno vessato per mesi. «Dammi i soldi o ti uccido, ti brucio la casa». Minacciato anche il figlio

L’estorsore aveva chiesto 100mila euro, poi è stato arrestato

Roma, l'incubo di un nonno vessato per mesi. «Dammi i soldi o ti uccido, ti brucio la casa». Minacciato anche il figlio
di Moira Di Mario
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Martedì 27 Giugno 2023, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 10:00

Ha vessato per mesi un novantenne e suo figlio arrivando a minacciarli di morte se non gli avessero consegnato centomila euro. Denaro preteso per un fantomatico e non meglio specificato, ma soprattutto inesistente risarcimento. L'incubo per il nonno invalido e il figlio è finito solo con l'arresto del loro aguzzino, un cittadino macedone di 26 anni. A far scattare le manette ai polsi del giovane sono stati i carabinieri della stazione del Divino Amore e i colleghi della compagnia di Pomezia. Padre e figlio vivono nella zona di Falcognana. Nella stessa strada, a pochi metri da casa loro, abita anche il macedone, conosciuto in zona come un uomo aggressivo e violento. Quando le vittime escono lo incontrano spesso, ma a parte un saluto di cortesia preferiscono non dargli confidenza. È l'uomo, invece ad avvicinarsi un giorno di circa tre mesi fa. Sa che l'anziano ha dei problemi di salute e dunque può far leva sulle sue fragilità. Sa anche che il figlio è titolare di una piccola azienda ortofrutticola. I soldi non gli mancano, pensa il ventiseienne. Una coppia ideale, dunque, a cui spillare denaro ogni volta che ne ha bisogno.

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IL PRETESTO

Basta riuscire a inventarsi un motivo plausibile ed essere abbastanza aggressivi e duri per incutere paura.

Così un giorno di aprile appena li vede, li raggiunge in strada e gli chiede i soldi per un non meglio specificato risarcimento. Padre e figlio vengono colti di sorpresa, ma sanno di non dovere nulla all'uomo che hanno davanti. «Non dobbiamo risarcire nessuno, né dobbiamo versarle del denaro», si giustificano allontanandosi spaventati. Ma l'uomo non demorde e ogni volta che li incontra le sue richieste diventano sempre più pressanti. Le vittime riescono a resistere e a non cedere al ricatto. Poi l'aguzzino prende a minacciarli. «Se non mi date centomila euro vi incendio casa», avverte. Il novantenne è impaurito, terrorizzato, ma si fida del figlio e non si sottomette alle richieste. Il macedone a quel punto alza la posta e gioca più pesante. Quando li rivede in strada, li segue, gli si para davanti e con tono intimidatorio li minaccia per l'ennesima volta: «Dovete darmi i soldi altrimenti vi ammazzo». Padre e figlio non ne possono più. Sono esasperati, terrorizzati e decidono così di chiedere aiuto ai carabinieri. Varcano il cancello della stazione del Divino Amore e raccontano il loro calvario ai militari che, dopo aver acquisito la denuncia, organizzano una trappola al macedone con la complicità delle vittime.

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LA TRAPPOLA

Gli investigatori suggeriscono di far finta di sottostare alla richiesta e di dare appuntamento all'uomo direttamente nel loro appartamento. Non hanno nulla da temere perché nell'abitazione ci saranno loro a vigilare. Escono dalla caserma e nel tragitto per tornare verso casa, incontrano il malvivente. Lo fermano e gli dicono che gli verseranno i centomila euro. Lui dovrà andare a prenderseli a casa. Quando il macedone arriva, il giorno dell'appuntamento per ritirare il denaro e un assegno, trovano i militari che, dopo aver assistito alla scena, lo bloccano e gli mettono le manette ai polsi. Trasferito in caserma, il malvivente viene identificato e trattenuto fino al giorno successivo quando dopo il giudizio direttissimo davanti al tribunale di Roma, l'arresto viene convalidato. L'incubo per il padre e il figlio è dunque finito. I due possono finalmente tirare un sospiro di sollievo dopo mesi di vessazioni, passati nell'ansia e nel terrore che quell'uomo potesse fargli del male.
 

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