Augusto Proietti di nuovo a processo, minacce ad ex affittuario: «Se mi denunci ti uccido»

Il “re” degli ambulanti ha perseguitato un commerciante

Augusto Proietti di nuovo a processo, minacce ad ex affittuario: «Se mi denunci ti uccido»
di Carlo Ferraioli
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Sabato 18 Febbraio 2023, 00:58 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:46

«Ritira le denunce se no t’ammazzo de botte», «Adesso te gonfio», così Augusto Proietti, il “re” degli ambulanti, si sarebbe rivolto al suo ex affittuario. E adesso deve affrontare un nuovo guaio giudiziario. È finito a processo con l’accusa di atti persecutori nei confronti dell’ex inquilino che lo aveva già denunciato e mandato davanti al giudice nel 2015. 


LA VICENDA
Comincia tutto nel 2008, quando Proietti contatta l'ex inquilino al quale ha affittato un immobile commerciale e gli comunica la necessità di eseguire alcuni lavori di ristrutturazione all’interno del locale in piazza Vittorio. L’accordo solo verbale, secondo l’avvocato Carmine Lombardo che assiste Proietti, prevede che l’inquilino compensi le spese delle opere con un’integrazione del canone precedentemente pattuito.

I lavori partono, procedono, infine si concludono. Ma, a lavori finiti, lui si rifiuta di pagare la sua parte e l’affittuario, Proietti, lo sfratta, rescindendogli il contratto di locazione. Sarà solo l’inizio di una battaglia legale che è finita in Tribunale, con Proietti accusato di stalking per avere «minacciato e molestato reiteratamente l'inquilino, fino a provocargli un perdurante stato di ansia e di paura, ingenerando in lui un fondato timore per l’incolumità propria e dei prossimi congiunti, minacciandolo pesantemente ad ogni incontro». Gli atti persecutori, secondo la procura, sarebbero andati avanti per oltre un anno: dal 28 settembre 2018 al 22 marzo 2019, come si legge nel capo di imputazione. 


LE MINACCE
«Tanto prima o poi te pijo e te ammazzo», avrebbe urlato Proietti all'inquilino. E in un’occasione, il re degli ambulanti, avrebbe anche minacciato la moglie dell’ex inquilino: «Ecco che passa sta pezza de m.., a’ pezza de m... sei na pezza de m.. come tu’ marito... dijelo a quel pezzo de m.. infame che prima o poi lo pijo». Frasi che avrebbero intimorito l’uomo a tal punto da presentare tre denunce successive. 


GLI ALTRI PROCESSI
Nel settembre 2020, infatti, Proietti era già finito davanti al giudice di pace con l’ipotesi di lesioni. Era stato sempre l'ex inquilino a denunciarlo, sostenendo di essere stato picchiato e vessato dal Proietti. I fatti sarebbero allora accaduti nell’area di piazza Vittorio, dove i due avrebbero più volte discusso in modo acceso. In quel procedimento le accuse non sarà dimostrate, anche a causa dell’assenza di testimoni, e l’ambulante romano sarà poi assolto per non aver commesso il fatto. Non era andata così con la prima denuncia. Proietti era stato accusato, sempre dallo stesso soggetto, per atti persecutori. Alla fine il Tribunale aveva derubricato il reato e condannato l’imputato a sei mesi per minacce. L’avvocato Lombardo, però, ha impugnato la sentenza ed è certo che in appello l’esito sarà diverso. 


L’UDIENZA PRELIMINARE
Ma il “re” degli ambulanti, famoso per la sua guerra contro i vigili urbani di Roma Capitale, è stato protagonista di diverse inchieste.

L’ultima, e più pesante, delle indagini che hanno riguardato Proietti si è conclusa lo scorso maggio con una richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Alberto Galanti. Tra gli indagati anche i tre figli e altre tre persone, tra cui un militare. L’ambulante è accusato di essere a capo di un’associazione a delinquere, gestita con metodo mafioso, (anche se l’aggravante contestata dalla procura non è stata condivisa né dal gip né dal Riesame) finalizzata al racket delle licenze.

L’impero, costituito da permessi che coprono tutta Roma, si sarebbe esteso praticamente dalla Balduina all’Eur, fino all’Appia, passando per piazzale Flaminio, in pieno centro, e attraversando l’Esquilino e Prati. Proietti, secondo l’accusa, avrebbe acquistato decine di licenze intestate a prestanome per poi subaffittarle con tariffe variabili da 50 a 500 euro a seconda del lustro della zona. Un giro d’affari calcolato in circa 20mila euro a settimana. Il business avrebbe compreso anche un’evasione dei canoni che spettavano al Comune per 960mila euro. 
 

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