Roma, al Flaminio è guerra al tram. «Fa tremare anche i negozi»

La segnalazione di Castroni: «Cadono i cartoni ogni volta che passa la corsa del 2». C’è allarme anche per le crepe in alcuni palazzi vicino al capolinea

Roma, al Flaminio è guerra al tram. «Fa tremare anche i negozi»
di Giampiero Valenza
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Domenica 10 Settembre 2023, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 09:06

Il tram passa continuamente sotto le sue vetrine. Le vibrazioni sono talmente tanto forti che cadono i cartoni che lasciano al negozio. Al capolinea di piazzale Flaminio del tram 2, quello che porta a piazza Mancini, i commercianti continuano a lamentarsi dei danni causati dal mezzo su rotaia del trasporto pubblico locale. «Qui trema tutto, anche i pacchi e i cartoni vengono scaraventati a terra», dice Gianfranco Consiglio, del punto vendita di via Flaminia dello storico marchio Castroni, un must della gastronomia della Capitale che attrae oltre che i residenti anche tantissimi turisti. 

«Se uno qui non ci vive non capisce cosa succede - aggiunge - Credo che le vetture che vengono usate qui per la tratta del tram 2 siano troppo pesanti e causano queste vibrazioni continue.

Immagino chi qui ci dorme cosa è costretto a sentire: il frastuono è demoniaco». Gianfranco Consiglio, figlio di Ines Castroni, esce dal locale e indica l’asfalto accanto ai binari del tram. «Ci sono grandissime crepe - sottolinea - Se ci passa qualcuno con il motorino o con la bicicletta è molto probabile che possa cadere e farsi male». Tutto questo, mentre il tram fa l’andirivieni e si sentono i rumori e le continue vibrazioni. «Io la chiamo l’altra piaga d’Egitto», tuona. La condizione non la vive solo Castroni. Al vicino bar Lavi, al pianterreno del palazzo di via Flaminia 48, Matteo Palumbo che gestisce l’attività aveva già sottolineato al Messaggero tutti i disagi a cui è sottoposto a causa del tram. «Sono costretto a pulire almeno tre volte in più per la sporcizia che solleva - aveva raccontato - è un disservizio enorme. Soprattutto in estate è sempre sporco perché il mezzo sferraglia. Siamo inondati di polveri». E questo stesso problema è frequente anche in altre linee tranviarie in città, tanto gradite da una certa lobby tranviaria di sinistra che sta tentando di promuovere la realizzazione di nuovi percorsi con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra questi, c’è anche il progetto del Tva, il Termini-Vaticano-Aurelio, che ha visto larga parte del tessuto economico della Capitale scendere in campo in un lungo coro di “no”. Tra loro, Confcommercio Roma, Confesercenti, Federmoda, Federalberghi, l’associazione Botteghe Storiche, Confartigianato. Un mondo della città che produce che ha lanciato l’allarme contro l’opera che potrebbe ripetere in pieno centro (tra via Nazionale e corso Vittorio), i disagi che gli altri residenti e imprenditori sono costretti a vivere nei quartieri ora serviti dalle linee sui binari di superficie.

Sulla linea

In alcuni tratti del tram 2 è in funzione l’impianto di irrigazione: in pratica, si cerca di ridurre lo sferragliamento buttando dell’acqua. Il risultato, però, è che facendo in questo modo si vengono a creare alcune pozze pericolose per gli utenti della strada. Durante questo viaggio un ragazzo passa in bicicletta: ha il caschetto indossato, ma a un certo punto si vede che cerca di scansare acqua e rotaie perché sente di perdere l’equilibrio. Un po’ come Lisa Iotti, una delle vittime di un incidente sui binari del tram, ma in via Poletti. Era in motorino quando si è trovata a dover frenare. «Per una chiazza d’acqua usata dal tram per evitare i troppi rumori, mista a olio dei motori e piume di uccelli, sono caduta e ho battuto la testa», aveva raccontato.

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