«No, Daniele, no! Fosse stato un criminale forse se lo meritava di morire per strada, ma aveva tre figli e due stanno anche male», urla lo zio di Daniele Di Giacomo, 38 anni, freddato da almeno quattro colpi di pistola. Un altro parente gli va incontro, lo ferma, prova a placarlo e gli dice: «Non ti preoccupare zio, sappiamo chi è stato». Sono le 17.30 quando a Roma si consuma l’ennesimo omicidio: in via Ferdinando Quaglia, una delle più note e consolidate piazze di spaccio di Tor Bella Monaca. Un uomo esce da un tabaccaio, si dirige con una donna verso l’auto parcheggiata a pochi metri, sale a bordo e viene colpito. Ma nonostante il luogo, e pure i precedenti penali della vittima, stavolta il movente sarebbe di natura passionale. L’arrivo tempestivo dei soccorsi non salva il 38enne che viene coperto da un telo mentre la donna che era con lui e che frequentava da alcuni mesi, colpita da un proiettile al ginocchio, finisce ricoverata in codice rosso al policlinico di Tor Vergata. Sul posto arrivano la polizia e gli agenti della Squadra Mobile ma il quadro, al di là della dinamica, appare già chiaro quando in via Quaglia sopraggiungono anche la madre e la sorella della vittima. Riscontri oggetti da parte degli investigatori ieri sera ancora mancavano ma per loro il killer ha un nome e un cognome preciso.
IL MOVENTE
La sorella di Di Giacomo urla anche lei: «Ve lo dico io chi l’ha ammazzato - ripete rivolgendosi agli agenti - E se non lo prendete voi giuro che non mi darò pace e lo cercherò fino a che respiro».
LA DINAMICA
In base a quanto ricostruito dalla ragazza, la coppia era da poco risalita in auto quando qualcuno, con il volto coperto, gli avrebbe sparato per poi darsi alla fuga. Avrebbe esploso quella seria di colpi in successione ravvicinata contro il finestrino e sarebbe poi scappato a piedi. In via Quaglia ci sarebbero delle telecamere che potrebbero aver ripreso la scena o parte di essa. Quasi impossibile confidare invece sul sopporto dei residenti e dei commercianti della strada. Nessuno avrebbe visto nulla, in molti si sarebbero affacciati dai balconi e dalle finestre una volta sentiti gli spari. Quattro i colpi finiti anche sulla fiancata dell’auto. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario al momento contro ignoti.
LA RABBIA
«Me l’avete ammazzato come un cane, ma che razza di persone siete, come vivete qui? Pensate di risolvere tutto ammazzando la gente». È la madre della vittima, la signora Sandra, a scagliarsi contro il quartiere. Arriva sul posto cercando il figlio, le avevano fatto credere per contenere il dolore che fosse rimasto ferito ma arrivando all’ospedale di Tor Vergata senza trovarlo ha raggiunto via Quaglia. Si è accasciata in terra, i sanitari del 118 l’hanno dovuta soccorrere. Inveiva contro il quartiere e contro gli agenti: «Ancora non l’avete fermato a chi l’ha ucciso?».
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