Campi nomadi e Tor Sapienza, dove morì Yao nulla è cambiato

Campi nomadi e Tor Sapienza, dove morì Yao nulla è cambiato
di Laura Bogliolo
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Mercoledì 25 Gennaio 2017, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 18:45

Alta due metri, colorata, informe. L'immagine dell'abbandono di Tor Sapienza è in quella montagna di rifiuti ammassata in via Patini, davanti all'ufficio immigrazione della Questura. Alle 15.30 circa siamo spettatori dell'ennesimo rogo che si alza dal campo nomadi di via Salviati, quei fumi denunciati da anni dai residenti, ritratti in centinaia di foto pubblicate su Facebook, inviate al Comune. Ecco il fumo: davanti a noi, agli uffici della questura, ai vigili. Alto neanche un metro, in braccio al papà filippino che ha appena sbrigato pratiche per il permesso di soggiorno, indica divertito l'immondizia colorata alla fermata Atac dove il pannello informativo non esiste più chissà da quanto, quasi a suggerire: posto dimenticato. Un'altra immagine, un'altra stretta allo stomaco perché sai che anche questa è Roma.
 

 


Stazione Tor Sapienza, nessun vigilante, c'è l'eco, una ragazza è vicina alle scale mobili (non funzionanti). «Non aspetto il treno là sotto sulla banchina, non c'è nessuno: ho paura». È cinese come Zhang Yao, uscita dagli uffici di via Patini, poi derubata e travolta da un treno il 5 dicembre. La ragazza non vuole parlare di Yao, la memoria cancella ciò che fa paura. L'indifferenza ha spazzato via i fiori lasciati nel parcheggio della stazione fantasma dove venne commemorata la ventenne. Non ci sono più fiori, petali, sono rimaste in terra solo le gocce di cera delle candele accese quel giorno.

«SICUREZZA WHATSAPP»
È cambiato qualcosa dalla morte di Yao? «Maddeche» la risposta del popolo di Tor Sapienza. E appare quasi sciocco chiederlo dopo il viaggio appena fatto. Il Cdq Tor Sapienza: «Abbiamo attivato un numero WhatsApp per segnalare emergenze - spiega Roberto Torre - i roghi? Sono stanco di pubblicare foto, l'Arpa aveva acconsentito a creare una centralina per misurare la qualità dell'aria, ma il Comune ci ignora».

Alcuni genitori dei bimbi della scuola Gesmunda: «Un ubriacone è entrato a scuola l'altro giorno, vorremmo autotassarci per mettere un servizio di vigilanza». Boccuzzi, il minisindaco: «I roghi tossici? Stiamo cercando di creare un Osservatorio: stiamo cercando di non far produrre più immondizia». Ma come? «Diciamo all'Ama di pulire, questa è la cosa principale». Un'altra stretta allo stomaco.