Raggi, il pm: «Mentì sulla nomina di Marra per evitare le dimissioni»

Raggi, sentenza domani. Di Maio: «Se condannata applicheremo il codice M5S»
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Venerdì 9 Novembre 2018, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 17:57

«La sindaca Virginia Raggi disse il falso sulla nomina di Renato Marra perché con l'allora codice etico vigente del M5S, nel 2016, si sarebbe dovuta dimettere». Sarebbe questo il movente del reato ipotizzato oggi in aula dai pm. Il regolamento interno ai 5Stelle infatti, nella sua versione precedente prevedeva che bastasse essere indagati per doversi fare da parte, con l'ineleggibilità o se già eletti, con le dimissioni. Con questa motivazione, oggi il procuratore aggiunto, Paolo Ielo durante l'udienza del processo alla sindaca Raggi, ha chiesto l'acquisizione agli atti del vecchio codice etico del M5S.

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Come chiesto dal procuratore aggiunto, Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall'Olio nella scorsa udienza, oggi è stato sentito in aula l'ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri che ricoprì il ruolo di capo di Gabinetto per circa un mese subito dopo l'elezione della sindaca e si dimise in maniera polemica.
In aula cinque consiglieri comunali M5S: Daniele Diaco, Angelo Sturni, Pietro Calabrese, Giuliano Pacetti e Donatella Iorio. Raineri sarà ascoltata proprio sui rapporti tra Raggi e Raffaele Marra e subito dopo la sindaca, probabilmente rilascerà dichiarazioni spontanee sul merito. A seguire è prevista la requisitoria del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Francesco Dall'Olio con richieste di condanna e infine l'intervento della difesa.
 



«Il nostro codice di comportamento lo conoscete e parla chiaro. Lo applicheremo», in caso di condanna della sindaca di Roma Virginia Raggi. Così ha messo in chiaro il vicepremier Luigi Di Maio, incontrando la stampa estera a Roma e lasciando intendere come, in caso di condanna, la prima cittadina debba dimettersi.

«Raffaele Marra non aveva alcuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco». È quanto ha affermato l'ex capo di gabinetto del Comune di Roma, Carla Raineri, testimone nel processo che vede imputata la sindaca per falso in relazione alla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele) a capo della direzione turismo. Marra e Salvatore Romeo, il primo vice capo di gabinetto, il secondo capo della segreteria politica nell'agosto del 2016 «si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato». E ancora: «stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all'allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca. Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine. Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un generale dei carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto: da lì a poco la sindaca si fece venire dubbi sulla mia nomina».

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