Corruzione ai Castelli Romani, azienda condannata dal Tribunale di Velletri

La ditta avrebbe tentato di consegnare una "mazzetta" al comandante dei vigili

Gabriele Di Bella, già comandante della polizia locale di Rocca di Papa
di Chiara Rai
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 10:29

Condannato a due anni di reclusione per istigazione alla corruzione nei confronti dell'ex comandante della polizia locale di Rocca di Papa Gabriele Di Bella. Così è stato deciso ieri in camera di consiglio da un collegio di giudici al Tribunale di Velletri nei confronti di un responsabile di un'impresa edile che collaborava con il Comune denunciato da Di Bella per aver tentato di pagare una "mazzetta" consegnandogli una busta chiusa con del denaro che il comandante della munipale ha restituito seduta stante. Una sentenza non appellabile in applicazione del decreto Cartabia con possibilità di convertire in pena alternativa esclusa quella pecuniaria.

Camilla Marianera, la praticante avvocatessa di Roma comunicava con la talpa con cellulari intestati a terzi

Il caso ha voluto che dopo aver denunciato la tentata corruzione, il vigile sindacalista sia stato rimosso dal suo incarico. Più precisamente, in concomitanza con la convocazione dei testi in udienza da parte della Procura di Velletri, il 29 novembre dell'anno scorso, la notte seguente, alle 22 e 53 minuti del 30 novembre, dal Comune di Rocca di Papa sia partito il diniego a proseguire l'incarico firmato dal commissario prefettizio nonostante la legge Brunetta avesse prorogato gli incarichi come quelli di Di Bella al 31 dicembre 2022. E, nel caso, una nuova convenzione avrebbe potuto essere stipulata soltanto se fosse passata in Consiglio comunale, quindi con il benestare di tutti e non della sola giunta. E sempre il 29 novembre mattina l'allora sindaca Veronica Cimino veniva sfiduciata da sei consiglieri della minoranza e quattro di maggioranza. Di Bella nell'organico di Roma Capitale era stato incaricato dall'allora sindaca Virginia Raggi di gestire l'emergenza a seguito dell'esplosione del palazzo comunale nel giugno del 2019 quando persero la vita il sindaco Emanuele Crestini e il suo delegato Vincenzo Eleuteri. Da quel momento la vice Cimino diventata facente funzioni proseguì sostenuta da Di Bella il percorso tracciato da Crestini: «Ci siamo sempre battuti per la legalità - ha detto l'ex sindaca ieri dopo la condanna - il sindaco Crestini da subito mi aveva indicato le situazioni che andavano controllate e così abbiamo fatto». 
Dal 2019 al 2022 con la riconferma della Cimino al governo di Rocca di Papa si sono susseguiti una serie di fatti, dall'avvio delle procedure per la demolizione delle antenne antenne a Monte Cavo, ai controlli durante il Covid nelle strutture sanitarie fino alla gestione dei Mondiali.

Di Bella ha iniziato una vera e propria opera di controllo sul territorio aprendo al pubblico il nuovo Comando in centro ribattezzandolo il "palazzo della legalità".

Ora la vicenda per il comandante Di Bella non è conclusa:«Rimango esterrefatto - dice - in udienza è stato confermato tutto l'impianto accusatorio e c'è una condanna per istigazione alla corruzione ma il Comune non si è costituito parte civile. Registro ancora una volta l'assenza di chi all'interno della macchina amministrativa ha il dovere di trasparenza e anticorruzione. Spero che il commissario prefettizio faccia chiarezza su un'episodio così grave».

E nelle prossime ore saranno oggetto di una ulteriore segnalazione agli organi competenti da parte di Di Bella proprio le dinamiche e modalità con cui è stata disposta la cessazione dell'incarico da parte del Comune rocchegiano a seguito della missiva. Sembrerebbe che sia stato detto a Di Bella anche in modi discutibili "riconsegni le chiavi del comando" ma questo sarà oggetto con tutta probabilità di ulteriori risvolti giudiziari. Chiara Rai

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