Rieti, Luca Urbani, dopo l'impegno contro il Covid il medico reatino conquista il 12esimo titolo tricolore, ora l'aspetta la Cim

Luca Urbani
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 12:02

RIETI - Per tutti era la prima gara post-Covid. Per Luca Urbani è diventato anche il primo dei due titoli italiani vinti a Ferrara, tra il campionato italiano di Classe Standard e quello di Classe Unica messi in palio dall’Aero Club Volovelistico Ferrarese. Terminate le restrizioni sull’attività sportiva, dall’aeroporto del capoluogo romagnolo il medico reatino si è infatti portato a casa il dodicesimo titolo tricolore della sua carriera volovelistica, stavolta in Classe Standard, per un totale di otto conquistati nella velocità e quattro nella distanza. Il tutto, tornando a vincere nella Standard che, alternata alle infatuazioni per la Club, la Open e la 15 Metri, lo accompagna fin dagli esordi nel volo degli anni ‘70.

Il ritorno alla Standard
A poco meno di un mese dall’inizio della Coppa Internazionale del Mediterraneo di scena al Ciuffelli, Urbani garantisce che sarà sulla linea di volo nella sua Rieti. Nel frattempo si coccola il suo ennesimo trionfo italiano, portato a casa dopo sei giornate valide sulle sei messe a disposizione dal calendario di gara e una partenza di rodaggio che, nella prima (quinto) e terza giornata (sesto), gli ha consentito di riprendere confidenza con la cloche, abbandonata lo scorso agosto e ripresa in mano dopo un solo volo di prova, la domenica precedente la gara.

Alla Standard Urbani è tornato tre anni fa, nella classe che fu la stessa del suo esordio nel volo a vela, ventenne al termine degli anni ‘70, prima di proseguire per altri tredici anni nella 15 metri – dal 1980 al 1993 – passando poi alla Libera fino al 2004, incrociando l’esperienza con il Pw-5 nella Classe World e infine scegliendo il vintage della Club, prima di rituffarsi nella Standard.

«Al nord, qualcuno dei piloti in gara dei voli li aveva già fatti non appena era arrivato il via libera all’attività sportiva – racconta Urbani, di ritorno a Rieti – Io invece avevo alle spalle solo quello della settimana precedente a Rieti». L’esperienza ha compensato la mancanza di allenamento e così già dal secondo giorno di gara (terzo) e poi ininterrottamente fino alla fine, Urbani si è goduto la sua cavalcata in crescendo alle spalle di nomi più giovani e già affermati del volo a vela italiano, chiudendo persino primo di giornata il quinto giorno, dopo il secondo posto ottenuto nel quarto volo e il secondo dell’ultimo giorno.

Nella task force contro il Covid 19

Quello che però Urbani non racconta per modestia personale è anche la fatica che si è portato in volo dopo aver trascorso diciotto giorni nelle Marche, nel maceratese, dal 9 al 28 aprile, perché ha risposto subito alla chiamata della Protezione Civile che stava allestendo la task force di medici pronti a prestare la propria opera nella lotta contro il Covid-19. Urbani, otorinolaringoiatra, è arrivato così a Macerata con il terzo contingente di medici: «È una scelta che mi sentivo di fare: se c’è bisogno di medici e ho la possibilità, mi metto a disposizione. D’altronde, la professione di medico qualche rischio te lo pone comunque» aveva raccontato Urbani a Il Messaggero in quei giorni.

Oggi ammette che «da aprile ho avuto tempo per recuperare le forze, ma certo quei giorni non sono stati facili.

Ha pesato dover lavorare avvolti dalle tute e senza mai una giornata di riposo: ma è stato uno stress più psicologico che fisico, soprattutto quando mi sono ritrovato ad essere l’unico medico all’interno di una casa di riposo dove gli anziani ospiti erano risultati tutti positivi». Almeno in volo, il rischio di contagio non esiste.

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