Rieti, Ucraina: la macchina di accoglienza e aiuti è già in funzione

Gli aiuti per l'Ucraina
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 3 Marzo 2022, 00:10

RIETI - La macchina della solidarietà (e pure quella della burocrazia) si è attivata per fronteggiare i primi esodi causati dal conflitto ucraino. Ieri pomeriggio sono partiti i due furgoni guidati da Roberto e Gabriele Casanica, che oggi, dopo un intero giorno di viaggio, dovrebbero giungere a Tsiret Porubne, la zona cuscinetto al confine tra le due città di Suceava, in Romania e Cernivtsi, in Ucraina, dove consegneranno gli aiuti (vestiario, cibo e medicinali) raccolti in appena tre giorni grazie all’appello lanciato dalla responsabile della Mensa di Santa Chiara, Stefania Marinetti. La Caritas diocesana di Rieti ha fornito l’Iban del conto corrente (IT47Q0200814606000105165271, specificando nome del donatore e causale “Erogazione liberale Ucraina”) al quale indirizzare le donazioni. «Stiamo cercando di non farci prendere dall’ansia del momento, perché la situazione si sviluppa giorno per giorno e non siamo certi che il materiale donato riesca sempre a giungere a destinazione, con trasporti che rischiano di essere anche pericolosi - spiega il direttore della Caritas diocesana di Rieti, don Fabrizio Borrello. - Ci siamo voluti concentrare sulla raccolta economica per finanziare le Caritas ucraine e quelle che si trovano ai confini del Paese, che sostengono il peso dei rifugiati. Stiamo ricevendo molte disponibilità di accoglienza dalle persone e ci stiamo attivando a favore di chi è già arrivato, come i due nuclei familiari di Marmosedio (frazione Fiamignano), giunti in forma privata».

In dieci a Fiamignano. A tutti i Comuni della provincia è giunta la richiesta della prefettura di avviare la ricognizione delle presenze dei cittadini ucraini sul territorio reatino e l’eventuale disponibilità di abitazioni da poter destinare all’accoglienza.

Il Comune di Rieti, già in settimana, si prepara a pubblicare un nuovo bando per l’emergenza abitativa: «Al momento non abbiamo alcun riscontro dell’arrivo di persone in fuga dal conflitto - spiega l’assessore ai Servizi sociali, Giovanna Palomba. - Alcuni cittadini ci hanno già spontaneamente manifestato l’intenzione di mettere a disposizione immobili di proprietà, nel caso sia necessario accogliere qualcuno». A Marmosedio è il sindaco Filippo Lucentini a coordinare i primi aiuti e il sostegno all’integrazione dei due nuclei familiari - per un totale di 10 persone, tra cui tre minori - giunti dal distretto di Kiev dopo cinque giorni di viaggio: «Insieme ai carabinieri e ai vigili urbani abbiamo proceduto alla formale identificazione, attivandoci poi per sopperire alle loro prime necessità, dato che sono arrivati qui con solo quello che avevano indosso - racconta Lucentini. - La Asl ci sta sostenendo con tutte le pratiche sanitarie, per quelle che riguardano i test anti-Covid e le eventuali vaccinazioni. Abbiamo coinvolto anche la scuola dell’infanzia e quella elementare, in modo tale che i bambini potranno subito essere inseriti all’interno del contesto scolastico».

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