La Russia prenderà Chasiv Yar ma non le principali città ucraine: la strategia di Mosca per indebolire Kiev

Secondo gli esperti dell'Institute for the Study of War l'esercito di Mosca lancerà una nuova offensiva entro giugno

La Russia prenderà Chasiv Yar ma non le principali città ucraine: la strategia di Mosca per indebolire Kiev
di Silvia Sfregola
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Venerdì 3 Maggio 2024, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 19:37

Le truppe di Vladimir Putin continuano ad avanzare sul fronte orientale ucraino e bombardano a tappeto il Paese in quelli che sembrano i preparativi per una nuova offensiva estiva. Da giorni ormai Kiev avverte gli alleati che «la situazione è peggiorata» e non può far altro che attendere l'arrivo degli aiuti americani per frenare l'avanzata russa o meglio ancora respingerla.

 

Il fronte

Ieri il ministero della Difesa ha rivendicato la conquista del villaggio di Berdichy, nel Donetsk, su una strada strategica per il rifornimento delle truppe ucraine. L'area è quella di Avdiivka, dove i difensori sono stati costretti a schierare le riserve. Il principale obiettivo in questa direttrice resta Chasiv Yar, ormai carbonizzata dopo mesi di bombardamenti: dalla collina che la domina l'Armata sarebbe in grado di colpire la spina dorsale della difesa ucraina. La potenza di fuoco è stata impressionante. Solo ad aprile, secondo Volodymyr Zelensky, il nemico ha lanciato «3.800 bombe e missili».

Per contenere l'avanzata delle truppe di Putin gli occidentali stanno tentando di aumentare e accelerare la fornitura di armi a Kiev, ma secondo Parigi questo approccio potrebbe non essere più sufficiente. È stati Macron, in un'intervista rilasciata all'Economist, ad avvisare Putin e la Ue: «Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non avviene - dovremmo legittimamente porci la domanda» di un eventuale invio di truppe al fianco degli ucraini. «Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni», quando i Paesi della Nato avevano inizialmente escluso l'invio di carri armati e aerei prima di cambiare idea, ha aggiunto il presidente francese. Che già a febbraio, quando aveva tirato fuori questa ipotesi per la prima volta, era stato sconfessato dalla maggior parte degli alleati (inclusi Stati Uniti, Italia e Germania). Mosca ha liquidato le dichiarazioni di Macron con sarcasmo, affermando che «sono in qualche modo legate ai giorni della settimana, e questo è il suo ciclo». 

 

La strategia

Ma tra una pioggia di raid e l'altra il tempo stringe e le preoccupazioni aumentano. Secondo l'Istituto per lo studio della guerra (Isw) però Mosca prenderà Chasiv Yar ma non le principali città ucraine: il vicecapo della direzione principale dell'intelligence militare ucraina (Gur), Vadym Skibitskyi, ha dichiarato in un'intervista all'Economist che il primo sforzo per destabilizzare l'Ucraina comprende «operazioni militari che mirano a trarre vantaggio dalla carenza di materiale e manodopera in corso nel paese». Skibitskyi ha evidenziato che le forze russe sapevano che aprile e maggio sarebbero stati mesi difficili per l’esercito ucraino poiché le forniture di armi sarebbero diminuite in attesa degli aiuti. «Le forze russe - scrive il think tank americano - continueranno a perseguire l'obiettivo che è quello di conquistare completamente le regioni di Donetsk e Luhansk». E ancora: «Il comando russo vuole ottenere una vittoria sul campo di battaglia prima della festa del Giorno della Vittoria del 9 maggio o della visita di Putin a Pechino a metà maggio». Dunque sarebbe solo questione di tempo per la città di Chasiv Yar destinata a cadere ma per il resto - secondo Skibitskyi - si tratterebbe solo di successi tattici ottenuti vicino ad Avdiivka, nell'oblast di Donetsk. Per l'Isw le forze russe rimangono lontane da qualsiasi obiettivo significativo nell'intera area ed «è improbabile che lo raggiungano». Di certo l'esercito di Mosca lancerà una nuova offensiva verso le oblast di Kharkiv e Sumy alla fine di maggio o all'inizio di giugno ma non sarà in grado di conquistare le città di Kharkiv o Sumy.  

Lo spettro delle armi chimiche

Intanto lo spettro delle armi proibite torna ad affacciarsi sulla guerra in Ucraina. La denuncia è arrivata dagli Stati Uniti, secondo cui i russi hanno utilizzato un agente chimico soffocante, la cloropicrina, per ottenere «conquiste sul campo di battaglia». Le forze di invasione, al di là dei metodi più o meno convenzionali utilizzati, procedono con un'avanzata costante nel Donbass, ingaggiando con il nemico pesanti combattimenti intorno ad Avdiivka. È uno scenario che preoccupa gli alleati di Kiev, a partire dalla Francia, tanto che Emmanuel Macron ha evocato ancora una volta la possibilità di inviare truppe, se Mosca sfondasse e gli ucraini lo richiedessero esplicitamente. L'uso di armi chimiche come «metodo di guerra» è stato segnalato dal Dipartimento di Stato Usa, che ha parlato di casi «non isolati», in violazione di una convenzione internazionale che ne vieta l'utilizzo, firmata anche dalla Russia. In particolare la cloropicrina, che sarebbe servita per «allontanare le forze ucraine dalle posizioni fortificate», è una sostanza ampiamente utilizzata durante la prima guerra mondiale, che provoca irritazione ai polmoni, agli occhi e alla pelle e può causare vomito e nausea. Gli ucraini, inoltre, hanno riferito di aver dovuto fronteggiare numerosi attacchi chimici negli ultimi mesi. Secondo un rapporto dell'agenzia Reuters, almeno 500 soldati sono stati curati per l'esposizione a gas tossici e che uno è morto dopo essere soffocato dai gas lacrimogeni. Il Cremlino ha respinto le accuse come «assolutamente infondate e non supportate da nulla» e si è concentrato sui successi delle truppe sul terreno. 

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