Rieti, la Sinistra in parrocchia
e i Fratelli si arrabbiano

Una croce
di Mario Bergamini
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Martedì 19 Dicembre 2017, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 13:36
RIETI - Se non fossimo alle porte dell'anno Domini 2018, si potrebbe anche banalmente derubricare il tutto con l'eterna contrapposizione tra diavolo e acqua santa. Ma nel terzo millennio è più opportuno valutare la vicenda che stiamo per raccontarvi (e che farà discutere e scatenerà reazioni diverse) con i parametri dell'ecumenismo, dell'accoglienza, contrapposti a quelli dell'intransigenza politica e della rigidità religiosa. Cattolica, in questo caso. Accade tutto a Madonna del Cuore, più precisamente nei locali della parrocchia di don Rino. Dove nella giornata di sabato si è tenuta l'assemblea degli iscritti di Sinistra italiana, dopo formale richiesta di una stanza avanzata al parroco dall'ex presidente del consiglio comunale Gianpiero Marroni e dall'ex consigliere Alessio Piermarini. Apriti cielo.

Ieri mattina il consigliere provinciale di Fratelli d'Italia, Marco Cossu, ha immediatamente tuonato e «da cattolico, più che da politico» ha definito «scandaloso che la Chiesa offra asilo a chi da sempre lotta spudoratamente per distruggere la famiglia cristianamente intesa. Non so se il Papa con i suoi cardinali e i vescovi siano ancora interessati a temi come l'aborto e la natalità, l'eutanasia e il diritto alla vita, l'unione civile e il matrimonio. Temi dove la sinistra ha una posizione nettamente in contrasto con i valori cristiani. Non credo che la Chiesa debba avere un partito di riferimento come era la Democrazia cristiana. Credo, però, che non possa scivolare sul terreno del relativismo siamo tutti uguali, tutti belli, tutti buoni, uno vale l'altro almeno per il rispetto dei tanti che difendono la fede cristiana nella società laica dagli attacchi quotidiani portati avanti, guarda caso, proprio dalla sinistra. Una guerra che si manifesta soprattutto nell'iconoclastia scatenata contro i nostri simboli come la croce, che la sinistra vorrebbe sfrattare dai luoghi pubblici insieme al presepe».

«Non ho mai chiesto la tessera di partito a nessuno - la replica di don Rino - e ho semplicemente messo a disposizione un locale della parrocchia, in un città dove di strutture pubbliche non ce ne sono poi molte. Ho messo a disposizione questo locale anche in altre occasioni e ad altre formazioni politiche. Ho anche ospitato, durante la campagna elettorale di primavera, un confronto tra i cinque candidati a sindaco della città. Non vediamo il diavolo dove non c'è». ...Post scriptum: «Se me lo chiede ospito anche Giorgia Meloni e tutti i suoi fratelli. Sono quelli d'Italia, vero?». Dio sia benedetto. Sempre.
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