2024 è l'anno della transizione energetica delle parrocchie: impianti fotovoltaici, led, produzione di frutta e verdura, all'Eur la chiesa modello

2024 è l'anno della transizione energetica delle parrocchie: impianti fotovoltaici, led, produzione di frutta e verdura, all'Eur la chiesa modello
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 14:54 - Ultimo aggiornamento: 16:58

La transizione energetica delle prime parrocchie green in Italia è partita dal nord, dalla provincia di Bolzano e di Trento dove già da tempo era presente il tema scottante dell'ambiente e dell'energia pulita. L'obiettivo della Chiesa di Papa Francesco è riuscire di trasformare velocemente ciascuna delle 25.610 parrocchie presenti nel nostro paese in una comunità energetica capace di produrre almeno 200 chilowatt con impianti fotovoltaici ad accumulo, pannelli solari, facendo nascere anche più comunità per la produzione di energia. L'obiettivo è stato considerato fattibile e piano piano, con tempi e modi differenti a seconda del territorio, ha preso le prime fattezze. Alla Cei nel frattepo si è aperto un Tavolo Tecnico competente nell'analisi delle varie situazioni secondo il quadro normativo di riferimento che presenta ancora questioni aperte. In ogni caso il cammino è avviato nello spirito della enciclica Laudato Si, promulgata nel 2015 da Papa Francesco, forse il documento più importante del suo pontificato.

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La cura dell'ambiente tanto cara a Bergoglio a Roma è stata messa in pratica nella parrocchia di San Vigilio, nella zona Eur, divenuta testimonial della campagna della Cei.

La comunità è guidata da don Alfio Tirrò, 47 anni che si è fatto carico dell'emergenza ambientale cogliendo i vantaggi economici della trasformazione che si declinano nella possibilità di potere aiutare meglio anche gli assistiti dalla parrocchia (oltre che l'ambiente). L'elenco della riconversione 'green' è particolarmente composito: c'è il risparmio derivato dall'installazione dei pannelli fotovoltaici, con i costi dell'energia abbattuti del 35%, la sostituzione delle lampade alogene con quelle a led, e poi ancora l'orto urbano di zona con le verdure fresche che vengono devolute ad una struttura di accoglienza e il giardino parrocchiale con gli alberi da frutto e gli ulivi che forniscono frutta e olio. La scelta impone un modello di sostenibilità economica, oltre che ambientale, che si può esportare. «Tutto questo – dice don Alfio - non è solo un privilegio che si possono permettere parrocchie in una situazione economica più serena, perché per fare questo basta essere persone ed è sufficiente imparare dalla natura che quando ognuno si mette a disposizione dell'altro, tutti insieme fioriscono e formano bellezza». 

FINANZIAMENTI

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Alcune diocesi hanno già ricevuto finanziamenti. A Cremona grazie all’intervento della Fondazione Cariplo sono in fase di progettazione quattro comunità energetiche in altrettante parrocchie, a Lucca è partita la sperimentazione in quattro parrocchie. A Verona l’Associazione diocesana opere assistenziali (Adoa) ha messo in rete tutte le strutture assistenziali, a Foligno si lavora ad un progetto realizzato dall’istituto sostentamento del clero con 80 utenze.Tra i progetti più ampi c’è quello di Geco a Bologna, che punta a coinvolgere cinque mila residenti e ad installare 120 mila metri quadri di pannelli solari: nell’iniziativa sono coinvolti oltre alla diocesi, centri commerciali e diversi edifici. A Milano la diocesi si è attivata tramite il Gad (il Gruppo d’acquisto) che ha avviato una mappatura delle 1100 parrocchie con l’obiettivo di realizzare impianti campione.

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