Rieti, gruppo di nigeriani protesta
al cimitero per una sepoltura
In tarda serata la conclusione
La dichiarazione del sindaco Cicchetti

Polizia
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Venerdì 11 Ottobre 2019, 23:21 - Ultimo aggiornamento: 23:49
RIETI - Un gruppo di nigeriani che si è barricato per protesta nel cimitero di Rieti, il presidio della polizia con le altre forze dell'ordine, fino alla tarda serata.

La vicenda è avvenuta dal tardo pomeriggio a Rieti.

Un passo indietro. Ad agosto, un giovane nigeriano, di 25 anni, è morto. Nessuno, a Rieti, si è presentato quale parente e la salma del ragazzo è rimasta all'obitorio. Quindi, il Comune, ieri, ha provveduto, a sue spese, alla sepoltura nel cimitero di Rieti.

Ma, successivamente, si è presentata una donna che si è presentata come sorella del giovane: ha detto che era cattolico e che doveva esserci un funerale secondo quando previsto dalla fede religiosa. La salma, nel frattempo, era stata sepolta. Il gruppo di stranieri, dal pomeriggio, ha iniziato la protesta, nel cimitero.

Sono intervenute polizia e le altre forze dell'ordine, il gruppo non è voluto uscire dal cimitero fino a che, intorno alle 21.45, è uscito. Ora si verificherà la veridicità di quanto affermato dalla donna e si valuterà, eventualmente, se riesumare la salma per il funerale.

LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO ANTONIO CICCHETTI
"Una manifestazione inedita e contrastante - ha postato su facebook il sindaco di Rieti - con la sacralità e il decoro del luogo, è stata inscenata nel tardo pomeriggio da una trentina di nigeriani a seguito del seppellimento, a spese (compresi i fiori) dei servizi sociali di questo Comune, della salma di un giovane nigeriano deceduto il 21 agosto scorso e che nessuno ha rivendicato.

L'ospedale civile ha chiesto al Comune di intervenire ai sensi di legge e per motivi igienico-sanitari dopo che l'Autorità Giudiziaria aveva rilasciato la salma a seguito delle indagini di rito. L'ufficio servizi sociali ha portato a conoscenza del caso l'Ambasciata nigeriana senza ricevere risposta.

Siamo subito intervenuti, nel pomeriggio, presso le forze di Polizia significando che, se entro le 22 non fosse stato liberato il Cimitero da presenze vocianti e dissacranti, avrei emesso ordinanza di sgombero affidandone l'esecuzione alle forze dell'ordine.
Tutto si è risolto prima delle 22 ma il segnale che viene da questi comportamenti è particolarmente allarmante!

Un conto è lavorare per l'integrazione di chi già c è, come si è fatto offrendo garanzia, con alto senso di civiltà, fin nell'ultima dimora a comunità di differenti orientamenti religiosi; altra cosa è vedere oltraggiati luoghi sacri alla memoria degli italiani, notoriamente generosi con gli ospiti stranieri.
È quello che non siamo disposti a tollerare".
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