Rieti, Coop 76: udienze al via con un lungo elenco di cinquanta testimoni

Una vecchia protesta per la Coop 76 (foto d'Archivio)
di E.F.
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 00:10

RIETI - Si è aperto - davanti al tribunale in composizione collegiale (presidente Sabatini, giudici a latere Prota e Marinelli) – il dibattimento sul processo penale relativo al fallimento della Coop Risparmio ’76. Sei gli imputati a giudizio - Giuseppe Martellucci, Alessandro Toniolli, Pierlorenzo Scacciafratte, Candida Di Mario, Luca Santoprete, Pasquina Sciamanna - per fatti risalenti al 2012/2013. Un’udienza-lampo in quanto, non essendo state sollevate eccezioni preliminari, sono state rapidamente esaminati i punti sulla richiesta prove e di produzioni documentali con una lista testi del pm (Lorenzo Francia) con ben 50 testimoni.

I passaggi. Fatti di 11 anni fa e che ora - dopo ulteriori indagini e la riqualificazione dei capi di imputazione (dall’ipotesi di reato di appropriazione indebita a bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale) e dopo lunghi standby processuali - approda ufficialmente nella fase dibattimentale, in un processo che si preannuncia non di brevissima durata. Al momento sono 16 i soggetti - tra dipendenti, creditori e soci-lavoratori - che si sono costituiti parti civili nel processo. Un’inchiesta avviata dai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Rieti a conclusione di una capillare attività investigativa che aveva rilevato presunte condotte appropriative illecite in danno di numerose persone, fra cui molti lavoratori dipendenti della stessa Cooperativa, nelle cui casse avevano versato somme rilevanti a titolo di prestito sociale. Poi 2017 un nuovo capitolo: la sentenza dichiarativa dello stato di insolvenza della cooperativa, e quindi del suo fallimento. Circostanza che fece avviare nuove indagini delegate dalla Procura e in cui si ipotizzava il reato di bancarotta fraudolenta contestato a carico di amministratori e sindaci con ulteriori addebiti circostanziati alla presunta tenuta delle scritture contabili obbligatorie gestite, secondo l’ipotesi di reato, in maniera tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari nonché accuse relative all’aggravamento del dissesto economico-finanziario della Cooperativa per non aver richiesto il fallimento o l’aver cagionato un ammanco dalle casse sociali dissimulando e distraendo somme giacenti sui conti correnti relative al prestito sociale.

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