La sentenza di insolvenza, infatti, ha determinato un fatto penalmente nuovo rispetto alla precedente contestazione di appropriazione indebita che aveva portato, nel 2015, al rinvio a giudizio degli ex membri del Cda Sergio Rigliani, Pierlorenzo Scacciafratte e Giuseppe Martellucci, e di due ex dipendenti, quest’ultimi accusati solo di favoreggiamento.
Spetterà, ora, alla procura riformulare l’accusa e chiedere nuovamente al gip il rinvio a giudizio degli imputati, poiché l’insolvenza equivale al fallimento e può portare alla contestazione di una delle diverse ipotesi previste dal reato di bancarotta. Cambierà anche il giudice: non sarà più monocratico, ma il processo diventerà di competenza del tribunale collegiale.
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