Fallimento della Coop 76, sono 50 i testimoni convocati dall’accusa

Fallimento della Coop 76, sono 50 i testimoni convocati dall’accusa
di E.F.
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Lunedì 1 Aprile 2024, 00:15

RIETI - Entra nel vivo il processo sul fallimento della Coop Risparmio ‘76, per fatti risalenti al 2012/2013. Davanti al tribunale in composizione collegiale (presidente Sabatini, giudici a latere Prota e Marinelli), compariranno addirittura 50 testi, annoverati nella lista della pubblica accusa (pubblico ministero, Lorenzo Francia).


I passaggi
Nuove deposizioni da parte di ex dipendenti e di un socio creditore, per ricostruire modi e tempi di una vicenda che aveva leso molti lavoratori dipendenti della stessa cooperativa. Ma con l’aggiornamento del processo al mese di aprile - come disposto dal giudice - si entrerà nel cuore giudiziario del procedimento, in quanto saranno ascoltati gli operanti della guardia di finanza che svolsero lunghe e capillari indagini di carattere tributario e finanziario, che misero in evidenza responsabilità a carico dei sei imputati: Giuseppe Martellucci, Alessandro Toniolli, Pierlorenzo Scacciafratte, Candida Di Mario, Luca Santoprete, Pasquina Sciamanna.
Da chiarire anche l’aspetto legato alla circostanziata accusa relativa alla tenuta delle scritture contabili obbligatorie gestite, secondo l’ipotesi di reato, in maniera tale ed artefatta, così da non rendere possibile una chiara ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari nonché tutta la gestione e i presunti ammanchi dalle casse sociali, dissimulando e distraendo somme giacenti sui conti correnti relativi al prestito sociale.


I temi
Fatti di 11 anni fa e che ora, dopo ulteriori indagini e la riqualificazione dei capi di imputazione (dall’ipotesi di reato di appropriazione indebita a bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale) e dopo lunghi standby processuali, giunge alle fasi salienti di costituzione della prova in dibattimento.

Le indagini della finanza avevano rilevato presunte condotte appropriative illecite, in danno di numerose persone, tra cui molti dipendenti, nelle cui casse avevano versato somme rilevanti a titolo di prestito sociale. Sono 16 i soggetti - tra dipendenti, creditori e soci-lavoratori - che si sono costituiti parti civili nel processo, per far valere le proprie ragioni, in un processo che non sarà di breve durata.

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