Rieti, parcheggio al de Lellis:
crescono i dubbi

Parcheggio
di Alessandra Lancia
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Domenica 8 Aprile 2018, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 13:56
RIETI - E' l'ospedale ma sembra un obiettivo militare: in via Baroni e in viale Kennedy siamo arrivati ai jersey in cemento armato per dissuadere automobilisti e pedoni dalla sosta e dal transito. Ormai lungo le arterie stradali non c'è più un metro lineare libero dove accostare: praticamente un percorso di guerra. Tutto per convogliare la gente in visita al de Lellis nel parcheggio a pagamento del Consorzio industriale. Ma su quell'area di sosta, che ha cambiato padrone e utilizzo da una settimana all'altra nel dicembre scorso, non uno dei tanti dubbi sollevati in questi mesi, soprattutto dal M5S e da Officina Politica ,è stato chiarito. Ora torna alla carica il consigliere comunale Antonio Boncompagni, che bussa a Comune, Consorzio e Asl per avere una serie di atti sul lungo iter che ha portato all'apertura del parcheggio. Boncompagni si concentra in particolare su tre aspetti della vicenda: il cambio in corsa di utilizzo dell'area, prima libera ora a pagamento, le procedure di esproprio delle zone circostanti e l'atto con cui il Comune di Rieti ha autorizzato la realizzazione di parcheggi e viabilità della zona.
«A realizzare il parcheggio a servizio del de Lellis fu la Asl negli anni scorsi ricorda Boncompagni Per quella operazione si è parlato di una spesa di almeno 200mila euro, chiaramente di soldi pubblici. Si può azzerare tutto mettendo una sbarra da un giorno all'altro e a pagamento le stesse aree di sosta?». Ed ecco la richiesta alla Asl per avere gli atti di quei lavori: quanto costarono, cosa prevedeva la convenzione di utilizzo con i proprietari di quel fondo. Poi c'è il tema del nuovo parcheggio e della nuova viabilità intorno al de Lellis: «Il dirigente del Comune, rispondendo alla interrogazione della consigliera Lodovica Rando, scrive che a legittimare quegli interventi è stata la determina dell'allora dirigente Silvetti alla fine di maggio 2013. Mi chiedo e domando: quei lavori sono iniziati entro il maggio del 2014? Oppure il permesso a costruire nel frattempo è scaduto?». Domanda retorica, visto che è noto che i lavori sono iniziati a dicembre 2017. Questo fa il paio con i tempi degli espropri.
«Da quanto risulta gli espropri risalirebbero a settembre 2017. Questo significa che con i tempi si è andati molto lunghi». Boncompagni, in questa fase, si limita a cercare nuovi elementi per fare chiarezza su una procedura molto controversa ma di grande impatto sociale: a distanza di cinque mesi i reatini non hanno ancora ingoiato il rospo di dover pagare per andare all'ospedale. Chi invece continua a tenersi alla larga dal caso è proprio il consiglio comunale: l'impegno, assunto a dicembre dopo un ordine del giorno Eleuteri-Boncompagni e l'interrogazione della Rando era di discutere approfonditamente della questione in Commissione Urbanistica ma in quattro mesi non è successo nulla. Nel frattempo l'ospedale è diventato una specie di fortino assediato: si passa solo dalla fatidica sbarra del parcheggio a pagamento.
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