Rieti, Ebrei e no vax: brutto scivolone del deputato reatino Lorenzoni che poi chiarisce

Gabriele Lorenzoni
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Venerdì 28 Gennaio 2022, 00:10

RIETI - Sfilarono a Novara lo scorso ottobre, vestiti con pettorine che richiamavano i pigiami a righe degli ebrei deportati nei campi di concentramento, un gruppetto di manifestanti contrari al Green pass vaccinale. Le reazioni sdegnate si moltiplicarono, ma a dirla tutta non è la prima volta che - soprattutto sui social - le fazioni no vax si spingono nell’indegno parallelo con l’olocausto. In quanto a tempismo vince però a mani basse l’onorevole 5Stelle Gabriele Lorenzoni, uno dei quattro grandi elettori reatini impegnati in questi giorni nell’elezione del presidente della Repubblica, che ha pensato bene di farlo proprio in concomitanza con la Giornata della Memoria l’indegno paragone. Sul suo profilo Instagram è apparso ieri un fotogramma tratto da “La Vita è Bella”, in cui il piccolo e ignaro protagonista del genocidio nazista legge un cartello che vieta «ai non vaccinati - o vaccinati da più di sei mesi senza booster - e ai cani», l’ingresso in un locale, con chiara sovrapposizione dei non vaccinati agli ebrei, come nel film di Benigni. 
Un post che non è sfuggito né alle cronache nazionali né agli utenti del web, insorti per contestare il deputato in numero così copioso da averlo costretto a bloccare la possibilità di commentare. Lorenzoni ha citato inoltre un recente intervento della sezione italiana di Amnesty International: «Leggi le richieste che Amnesty International sollecita al Governo Italiano per garantire i diritti fondamentali ai suoi cittadini». 
Non si sono fatte attendere le reazioni anche tra i reatini. «L’onorevole Lorenzoni del Movimento oggi anziché ricordare gli orrori della Shoah preferisce farne una strumentalizzazione e questo è inaccettabile», scrive il collega deputato Trancassini. «Dovrebbe ricordarsi di essere in maggioranza di Governo e anziché sporcare la Giornata della Memoria, la prossima volta che si discute e si vota un provvedimento relativo al Green pass sia presente anziché coprirsi dietro un’assenza per non votare contrariamente alle decisioni di partito, come nelle due ultime occasioni». 
Prima del blocco dei commenti, l’onorevole Lorenzoni ha tentato di difendersi minacciando querele verso chi esprimeva sdegno: «Non ho paragonato l’orrore dell’olocausto all’obbligo di un vaccino, non ho fatto riferimento alla deportazione». A chi lo ha accusato di aver usato un accostamento di cattivo gusto, l’onorevole ha risposto così: «L’accostamento al fatto che una persona non può entrare in un negozio o non può prendere un treno per curarsi una malattia o andare al lavoro? O altri tipi di accostamento che non ho fatto?». 
Si moltiplicano le reazioni indignate legate al deputato e alla sua città di provenienza di cui Rieti avrebbe fatto volentieri a meno. Un episodio su cui stendiamo un velo, ma un consiglio al deputato della Repubblica ci sentiamo di darlo: contare fino a ben oltre diecimila...prima di scrivere un post sui social. Più o meno la cifra a cui ammonta lo stipendio che gli paghiamo ogni mese.

Il chiarimento di Lorenzoni

"L’immagine di un ragazzo che legge un cartello “Vietato l’ingresso ai non vaccinati”, modificando una famosa scena del film "La vita è bella" (tra l'altro uno dei miei film preferiti), può suscitare indignazione nei confronti di chi ha vissuto in prima persona o da vicino gli orrori della Shoah, e a loro, solo a loro, vanno le mie più sentite scuse qualora il mio post sia risultato offensivo, nella Giornata della Memoria. C’è anche chi strumentalizza la questione per fini politici dicendo che io avrei paragonato l’Olocausto alla situazione odierna, ma non essendo questa la mia intenzione né, di fatto, la situazione descritta nel fermo immagine, di questo dovrà rispondere nelle sedi opportune.
Ricordare serve a non ripetere. Non può limitarsi ad un puro esercizio di stile fine a sé stesso.
Purtroppo quel cartello lo vediamo anche ai giorni nostri, ma non solo per entrare nei ristoranti o nei negozi. Viene vietato l’ingresso a chi (non vaccinato per i motivi più personali o vaccinato da più di 6 mesi senza terza dose), deve prendere un treno, un traghetto, un aereo o un autobus per potersi curare da una malattia, per potersi recare al lavoro o poter studiare all’Università. Sono misure molto restrittive, come quelle che vietano di fatto lo sport ai nostri ragazzi, che non hanno eguali in nessun paese europeo. Misure che, oltre ad essere discriminatorie, oltre a fomentare intolleranza e odio sociale, non sono neanche utili, come ho ricordato in Aula citando il caso della Spagna, che non le ha adottate a livello nazionale e complessivamente ha vissuto una situazione epidemiologica (in termini di contagi e morti) migliore della nostra.
Sento il grido di dolore delle persone che mi scrivono chiedendomi "Quando finirà tutto questo?" e non posso essere indifferente. Non ci riesco, anche se sono vaccinato e ho il mio bel Super Green Pass.
I miei interventi in Aula, in dissenso sul Green Pass sul lavoro, o recentemente per chiedere al Governo di ascoltare le questioni poste da Amnesty International, sono stati completamente ignorati da tutta la stampa, nazionale e locale. Il mio unico intento oggi era quello di porre in luce proprio i rilievi di Amnesty, che chiedono al Governo Italiano di correggere alcune misure eccessivamente discriminatorie nei confronti di una minoranza di persone. Queste considerazioni sono lì, da giorni, ma non hanno suscitato la stessa indignazione".
 

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