I quattro deputati reatini e l'elezione del presidente della Repubblica

L'onorevole Paolo Trancassini al voto
di Sabrina Vecchi
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 00:45

RIETI - Mentre a Palazzo del Quirinale si fanno le prove per la cerimonia di insediamento del nuovo Presidente, a Montecitorio proseguono le grandi manovre per eleggere il successore di Sergio Mattarella. Chiamati al voto ed in pieno fermento anche i quattro deputati reatini, che rispondono chi via messaggio, chi attraverso telefonate smozzicate a voce bassa dai corridoi. Al di là di ogni rispettivo schieramento politico, Alessandro Fusacchia, Gabriele Lorenzoni, Fabio Melilli e Paolo Trancassini - in rigoroso ordine alfabetico - sono tutti ben consapevoli di vivere un emozionante momento storico. 

I commenti. «Votare per il presidente della Repubblica è un privilegio e una responsabilità. Ho avuto la fortuna, in un tempo breve, di votare per tre presidenti e partecipare alle fasi di costruzione delle candidature ed è un’esperienza sicuramente indimenticabile», fa sapere via whatsapp Fabio Melilli. 

Paolo Trancassini richiama al telefono tra una votazione e l’altra: «L’idea di scegliere per una nomina così importante è certamente impegnativa ed emozionante, la cosa che mi colpisce di più è però un’altra».

L’onorevole Trancassini spiega di essere stupito soprattutto dall’enorme consapevolezza dei cittadini comuni: «Sono reduce dalla campagna elettorale per il sindaco di Roma, l’attenzione della gente per le due cose non è neppure lontanamente paragonabile: in questi giorni mi fermano per strada, fanno domande, vogliono pareri e curiosità. E’ un vero peccato perdere questa passione popolare e relegare la scelta del presidente ai giochi di palazzo». 

Abito nero delle grandi occasioni per Alessandro Fusacchia, che ha spiegato via social la motivazione del suo voto per Marco Cappato, «impegnato da anni con battaglie per rendere più civile e moderno il nostro Paese, basti pensare all’eutanasia o alla cannabis legale. Mi pare però che al momento nessuno scenario riesca ad essere all’altezza dell’accoppiata formata da Mattarella al Quirinale e Draghi a Palazzo Chigi». 
Intanto, si è conclusa con la maggioranza di schede bianche anche la terza giornata di votazioni e del nuovo capo dello Stato manco l’ombra: «Pare che abbiamo tempo per fare ogni prova per bene», commenta un carabiniere della fanfara a cavallo mentre lucida la sua tromba a ridosso del torrino col Tricolore. Gli onorevoli riferiscono di regole antiCovid molto severe durante le votazioni. 

Le norme anti-covid. Si entra cinquanta alla volta e solo a duecento parlamentari è concesso di essere in aula durante lo spoglio dei voti. Si crea però un po’ di assembramento in transatlantico durante l’attesa del proprio turno, per questo restano aperte tutte le grandi finestre che danno sul giardino interno. Per la prima volta è stata però allestita nel cortile una struttura coperta e riscaldata dove si può sostare. La scheda è totalmente bianca, a parte la scritta “Elezione del Presidente della Repubblica Italiana”, il nome si scrive dunque per intero con una semplice matita e poi la scheda si inserisce nella bizzarra cesta che ricorda un po’ quelle da dove escono i cobra degli incantatori indiani. 

Agli elettori è stata raccomandata la massima prudenza in tema sanitario: ovviamente obbligatoria la mascherina Ffp2, distanziamento e sanificazione delle mani prima del voto, è vietato inoltre ricevere persone in questi giorni ed è richiesta l’immediata reperibilità. Ma gli avvisi arrivano con così poco anticipo che stare fissi a Roma è per tutti un’esigenza irrinunciabile. 

«Emozione tanta - dice Gabriele Lorenzoni - ma comunque minore a quando siamo stati eletti all’inizio della legislatura, lì era davvero tutto nuovo. Tra giornalisti, delegati e politici anche del passato c’è tanto movimento, l’aria qui è decisamente frizzante. La figura ideale che riesca a compattare tutti gli italiani che rappresenti l’unità della Nazione? Speriamo di trovarla a breve». E se in futuro fosse proprio uno dei “nostri” a diventare l’inquilino del Quirinale, chiediamo cosa farebbero ai più “anziani” di anni e di esperienza. «Ho sempre avuto uno spiccato senso del limite per poter rispondere alla domanda», dice Melilli. «Come tutte le volte che ho fatto un passo avanti nella mia vita cercherei di rimanere me stesso», dice Trancassini. 

«Ricordateve dell’amici», direbbe Corrado Guzzanti negli esilaranti panni di Francesco Rutelli. Viva l’Italia, diciamo tutti noi. E incrociamo le dita.

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