Rieti, inflazione: una perdita di 200 euro per le famiglie reatine

Bollette (foto d'Archivio)
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Lunedì 17 Ottobre 2022, 00:10

RIETI - Inflazione e caro bollette (e carburante) pesano per duecento euro mensili sulle tasche dei reatini. Una consistenza minore, a livello assoluto, rispetto ad altre realtà italiane, ma proporzionata all’ammontare dei depositi delle famiglie. L’analisi è a cura della Cgia di Mestre, che prende in considerazione lo scenario delle province italiane. Le stime possono essere per difetto, considerando gli incrementi delle ultime settimane - e in attesa dei rincari sui riscaldamenti - mentre l’unica nota incoraggiante è che la perdita economica per una famiglia media, nel Reatino, è meno consistente rispetto ad altri territori e alle grandi città.

I dati. La stima dei depositi delle famiglie reatine, in media, viene calcolata in 2.379 euro.

Un’inflazione che viaggia intorno all’8 per cento, unita al caro bollette, erode dalle tasche dei reatini, sempre in media mensile, 190-200 euro: una perdita del potere d’acquisto che sfiora appunto l’8 per cento. I calcoli partono dalla considerazione che le famiglie italiane abbiano mantenuto nel proprio istituto di credito gli stessi risparmi che avevano a inizio anno. Pertanto, a causa della crescita dell’inflazione, stimata per il 2022, all’8 per cento, la dimensione economica reale del deposito bancario ha subito una drastica decurtazione. A pagare il conto più salato sono le famiglie residenti nelle grandi città, dove il caro vita si fa sentire maggiormente. Ma per le città più piccole e le aree interne, come Rieti e la sua provincia, il peso dell’otto per cento aumenta per altre voci, tra cui quella dei trasporti, con il caro carburante che, nelle ultime settimane, è tornato a farsi sentire. Solo comprendendo questo capitolo di spesa, si sale al 9 per cento, con una perdita di potere d’acquisto familiare intorno ai 210 euro mensili.

I bollettini. C’è poi il nodo delle bollette, rincarate per famiglie ed imprese. In questo comparto, gli effetti, già evidenti, si faranno sentire soprattutto da novembre e le stime di perdita economica per il territorio potrebbero crescere fino all’11-12 per cento, quindi con quote di almeno 250 euro a famiglia. Per la provincia sabina, inoltre, a pesare in prospettiva sono i costi per il riscaldamento, che rischiano di essere pesanti nel corso dell’inverno, quando verranno accesi i termosifoni e si dovrà provvedere al riscaldamento delle stalle.

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